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compatte. Questi bacilli sono dotati di movimenti vivacissimi di progressione in avanti, e di rotazione, in specie quando le preparazioni microscopiche sono state fatte con porta-oggetti riscaldati, adoperando la colla di pesce e l'acqua distillata.

Dopo dedici ore d'incubazione non si scorgono più le masse di sporidii, ma soli bacilli, i quali hanno sede dentro gli otricoli del mollusco, e nel connettivo interstiziale. Alcuni di questi bacilli sono riuniti in due mediante uno sporidio intermedio, e piegati ad angolo: altri presentano alle loro estremità uno sporidio (acrosporidii del bacillo).

<< Non potendo io dare qui la figura di questi bacilli, mi rimetto alle figure date da Hänsen sul Bacillus Leprae ed alla tavola II, fig. 3, del lavoro dei professori Klebs, e Tommasi-Crudeli sul bacillus malariae. Queste figure riproducono esattamente il bacillo del mollusco.

< 3.° Dopo ventiquattro ore d'incubazione si scorge alla semplice ispezione un alone biancastro attorno a ciascun taglio di nodulo, o a ciascun nodulo intiero, come anche fili notanti nel liquido di cultura. L'esame microscopico dimostra come l' alone ed i fili sono costituiti da masse di bacilli, e filamenti bacillari angolosi, formati da articoli piegati a zig-zag; e di più, in mezzo a questi filamenti, tornano ad apparire masse di sporidii.

« Dopo due giorni la superficie del liquido di cultura è tutta quanta coperta da fiocchi biancastri, che, esaminati al microscopio, si riconoscono per sporidii e filamenti bacillari moltiplicatisi enormemente. Di bacilli propriamente detti se ne scorge appena qualcheduno.

<< Tralascio di descrivere più oltre le fasi evolutive di questi microrganismi, riserbandomi di parlarne più a lungo in altro mio lavoro. Intanto dalle esperienze fatte mediante culture artificiali sono in grado di ritenere che i granuli del mollusco non sono micrococchi nello stretto senso della classificazione di Cohn, ma sibbene sporidii di un altro micromiceto di forma ben determinata, e di organizzazione più elevata, vale a dire di un bacillo (Bacillus Molluschi).

<< La costanza di questo bacillo nei noduli molluscosi assoggettati alle culture artificiali, mi autorizza a ritenere che desso sia il fattore unico del contagio del mollusco, essendo stata oggidì recisamente esclusa l'azione trasmissiva dei globi jalini, riguardati dal Retzius come spore di funghi, e come gregorine dal Bollinger. e recentemente dal Perroncito.

<< Resta per altro a fare un ultimo esperimento, vale a dire l'innesto del bacillo, o degli sporidii di esso, e siccome col metodo delle culture se ne può procurare in quantità ragguardevole (fino a riempiere in poche ore la superficie di un vetrino da orologio) io mi propongo di fare una serie d'innesti sia col metodo ipodermico, sia col metodo epidermico».

Astronomia.

DE GASPARIS ANNIBALE, Sopra una equazione fra le derivate parziali delle distanze inverse di tre pianeti che scambievolmente si

attraggono.

TRANSUNTI

VOL. V.o

11

Nella Memoria che ho pubblicato nel rendiconto della r. Accademia delle scienze di Napoli nel mese di ottobre 1880, si trova la seguente relazione

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<< Rinviando il lettore a quella comunicazione pel significato dei simboli e per la relativa dimostrazione, mi propongo qui di mettere in mostra un risultato che no deriva, e che mi sembra piuttosto rimarchevole.

<< Poichè a 12 a21 sono i semiassi delle ellissi istantanee di m1 intorno ad m2, e di m2 intorno ad m1, è, come è noto, mi a12 = m2 a21, e così per le altre combinazioni. L'equazione (a) diventa adunque

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<< Ove si supponga che il moto delle tre masse abbia luogo in un piano fisso

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Se poi come nel caso più generale, il moto delle masse è nello spazio, la forma di (c) non si altera, salvo che i termini in x, y si troveranno di avere il fattore cos I, quelli in y, z, il fattore sen I sen 2, e gli altri in z, x, il fattore sen I cos Q, essendo i simboli I e Q l'inclinazione ed il nodo del piano mutabile, che passa per le tre masse, al piano delle x, y.

<< Ciascuno de'membri della (a) dà quindi l'unità positiva, e qui ricordo che se invece dei differenziali dei semiassi maggiori, si fanno figurare i differenziali dei semiparametri, o quelli dei nodi, o quelli delle inclinazioni delle ellissi istantanee, si ha l'unità negativa.

«< Aggiungo infine che l'equazione (c) applicata al caso del problema « trium corporum in eadem recta motorum », trattato da Eulero e da Jacobi resta identicamente verificata ».

Zoologia.-MALFATTI G., Due piccoli Imenotteri fossili dell'ambra siciliana. Comunicazione preventiva, presentata dal Socio SELLA, in nome del Socio CORNALIA.

<< L'ambra siciliana che per la vaghezza delle sue tinte, cui spesso si associa in modo più o meno pronunziato il fenomeno del policromismo, ha in commercio una incontrastata superiorità su quella del mar Baltico, non ne è pur meno interessante dal punto di vista scientifico, per l'abbondanza ed il perfetto stato di conservazione degli insetti fossili che essa rinchiude.

<< Se non che, mentre gli insetti dell'ambra baltica, grazie agli accuratissimi lavori di Berendt, Germar, Pictet, Hagen, Mayr, ecc, sono per la massima parte ben conosciuti, quasi nulla si sa intorno a quelli dell'ambra siciliana, giacchè anche i pechi entomologi che se ne occuparono, come lo stesso Hagen poc'anzi citato, il Guerin-Meneville e qualche altro, non ne conobbero che un piccolo numero. Da ciò si comprenderà facilmente, quanto io mi reputassi fortunato di poter aver per qualche tempo a mia disposizione un magnifico esemplare lavorato della preziosa resina fossile siciliana, nel quale appunto si trovano i due piccoli imenotteri sopra indicati.

<< Questi imenotteri di cui mi riservo a dare la diagnosi più tardi, non appena avrò potuto ultimare in riguardo ad essi certe ricerche bibliografiche rimaste tuttora senza effetto coll'ingrandimento di circa 100 diametri si mostrano quali sono disegnati nelle figure 1 e 2 qui unite; e rappresentano quindi dei tipi riferibili non solo a due diverse famiglie, ma a famiglie piuttosto lontane l'una dall'altra nel quadro di classificazione dell'ordine di cui fanno parte. Infatti sembra che il primo di essi (fig. 1) debba essere collocato fra i Mimaridi (imenotteri minutissimi, parassiti di altri insetti pure assai piccoli, ed in ispecial modo dei Cecidomyini); l'altro invece (fig. 2) appartiene indubbiamente alla famiglia delle Formiche.

<< Tutto mi porta a creder3, che l'insetto della fig. 1 debba essere considerato, tanto specificamente quanto genericamente, come nuovo, o per lo meno, inedito; perchè sebbene Löw faccia menzione di Mimaridi fossili nell'ambra baltica, non mi consta che li abbia mai particolarmente descritti, e d'altronde perchè esso non assomiglia a nessuno di quelli che si trovano indicati nei lavori monografici di Walker e di Förster sui Mimaridi viventi.

« Qualche più dettagliato ragguaglio tassonomico posso dare invece fino da oggi sull'insetto della figura 2. Dal complesso de' suoi caratteri mi sento autorizzato ad ammettere che esso appartenga alla sezione dei Formicidi dolichoderidi, sezione nella quale si trova il gen. Hypoclinea tanto copiosamente rappresentato nell' ambra baltica.

«Non è però un Hypoclinea, ma si approssima piuttosto ad un altro genere, che Dufour, per le microscopiche dimensioni della prima specie da lui scopertane, chiamò Mycromyrma, ma che dagli imenotterologi moderni viene designato sotto il nome di Tapinoma. Questo ravvicinamento mi sembra tanto più giustificato inquantochè le particolarità più caratteristiche dei Tapinomi, vale a dire « la mancanza assoluta d'ogni traccia di squamma sul peziolo addominale e la forma allungata, cilindrica, del peziolo stesso » sono così evidenti nel formicide fossile di cui si tratta, che anche l'occhio il più inesperto non può a meno di rilevarle.

« Ma v'ha di più. Se si prende ad esaminare uno qualunque dei Tapinomi conosciuti, per esempio il T. pigmaeum (che è quello appunto pel quale, come poc'anzi dicevo, Dufour aveva stabilito il gen. Mycromyrma) si troveranno, in tutte le parti che ne costituiscono il dermascheletro, gli stessi caratteri presentati dalle parti analoghe dell'insetto fossile già più volte ricordato. Così le antenne dell'uno e dell'altro mostransi formate dal medesimo numero di articoli, ed offrono il medesimo rapporto fra la lunghezza della loro porzione basilare e quella del flagello, la medesima

ineguaglianza di sviluppo fra il primo articolo del flagello ed i successivi, il medesimo modo di articolazione di detto articolo con quelli fra cui trovasi interposto, il che lascia supporre anche la medesima natura ed estensione dei movimenti dell'antenna stessa. Parimenti nell'uno e nell'altro insetto sono press' a poco identiche le proporzioni fra il capo, e il torace e l'addome, identico il numero dei segmenti di quest'ultimo, e, ciò che più importa, la conformazione del suo segmento terminale e la posizione che in esso occupa l'apertura della cloaca ». Anche le zampe sono conformate molto similmente nei due insetti posti a confronto, e similmente munite d'un piccolo sperone all'estremità inferiore delle tibie nel secondo e nel terzo pajo.

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<< Tutti questi dati, se non escludono completamente il dubbio che il formicide della fig. 2 sia genericamente piuttosto affine che identico col gen. Tapinoma, bastano però a provare che esso non può essere confuso con nessuna delle formiche fossili dell'ambra baltica descritte dal Mayr nella sua lodatissima opera: Die Ameisen des baltischen Bernsteins e quindi ne accrescono l'importanza zoologica e paleontologica.

Descrizione degli imenotteri fossili che formano il soggetto di questa Nota, e spiegazione delle figure.

FIG. 1. Mimaride genericamente e specificamente nuovo od inedito; di sesso, probabilmente, maschile. Se ne vedono distintamente: 1.° il capo a con le lunghe antenne b, composte di 10 articoli; 2.o il torace c; 3.o l'addome d, coi genitali esterni e. e; 4.o le zampe f, f', f"; 5.° le ali g, g', h, cosperse dovunque (fuorchè in una piccola area k) di finissima pelurie, e col margine orlato di lunghe ciglia, talchè appaiono elegantemente frangiate.

Le due ali g, g' sembrano riferibili al secondo paio; la terza ala h, inserita sul torace in i sarebbe quindi una delle superiori, ripiegata alquanto sopra se stessa e verso il basso; la quarta ala non venne rappresentata perchè riesce quasi invisibile alla distanza focale adottata per osservar bene la totalità dell'insetto.

Nelle zampe anteriori e mediane sono ben distintamente visibili i pezzi più prossimi al torace (cioè le anche, i trocanteri, le cosce, le tibie) e pochissimo i tarsi; nelle posteriori invece i tarsi (composti, a quanto pare, di 5 articoli) sono le parti che si vedono meglio.

Incerte sono la forma e la struttura degli occhi, degli organi boccali e di quelli che trovansi all'estremità dell'addome, giacchè, attesa la peculiare posizione dell'insotto entro all'ambra, i detti organi non appaiono sotto il microscopio, oppure vi appaiono troppo obliquamente, ed in iscorcio.

FIG. 2. Rappresenta l'operaia di una specie di Formicide appartenente al gruppo dei Dolichoderidi, e, secondo ogni probabilità, al genere Tapinoma Först.

Tutte le parti del corpo di questo insetto sono più o meno distintamente visibili, ma solo dal lato ventrale, riuscendo impossibile il collocarlo sotto al microscopio in un'altra posizione che non sia quella in cui venne disegnato. Però gli è solo dopo un attento esame della forma di queste parti, e dei reciproci rapporti fra esse esistenti, che l'osservatore riescirà a farsene un chiaro ed esatto concetto. A prima vista egli potrebbe credere di vedere un capo là dove si trova l'addome, e reciprocamente, tanto più che il peduncolo addominale si presta ad essere confuso con un esofago, e che il complicato intreccio formato dalle zampe e dalle antenne, simula fino ad un certo punto, le circonvoluzioni di un tubo digerente.

Certo si è, che il capo dell'insetto m non si vede che in una direzione molto obliqua, la quale mentre ci impedisce di comprendere bene la forma del capo stesso, ci impedisce pure di rilevare esattamente quella degli occhi v, v' delle mascelle, dei palpi u ecc. ecc.

Le antenne z, z', composte di 12 articoli, sono ammirabilmente conservate nei minimi dettagli della loro struttura, e sembrano avere la loro inserzione sopra la fronte.

m

V

Le zampe parimenti (r, r', s, s', t), sono ben conservate, talchè senza difficoltà si riesce a distinguervi nettamente le singole parti (anche, troanteri, cosce, tibie, tarsi, speroni) da cui risultano composte. Noto però che gli speroni e principalmente quelli a pettine, posti sulle zampe del 1.° paio, di cui disgraziatamente una sola trovasi nell'esemplare studiato, sono molto meno appariscenti di quanto indica la igura.

Del torace n quasi totalmente invisibile, si può dire solo che non presenta prolungamenti e che è posteriormente troncato.

Il peduncolo addominale o è filiforme e semplice, cioè senza squamma.

L'addome p, essendo visto dal lato ventrale, appare composto di soli 4 anelli, e presenta lungo il suo bordo terminale w alcune sottili ciglia, che sembrano essere inserite attorno ai margini della fessura anale. Di ciò, per altro, non sono pienamente convinto.

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