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Invitati fra i Soci: Comm. ALLIEVI, presidente dell'associazione della stampa ; cav. AZZURRI, presidente dell' insigne Accademia romana di belle arti; comm. BROGLIO, presidente della r. Accademia di s. Cecilia; comm. GALASSI, presidente della r. Accademia di Medicina; cav. TOSCANI, presidente dell'associazione medica italiana; prof. DINI, uno della Società dei LX; prof. LIOY, membro dell' Istituto veneto; EMILIO SENART, membro della Società asiatica di Parigi.

L'Assemblea saluta le LL. MM. con vivi applausi.

Il Presidente SELLA, dopo avere d'ordine di S. M. invitato l'Assemblea a sedere, pronuncia il discorso seguente:

SIRE! GRAZIOSISSIMA REGINA! ALTEZZA REALE!

È nelle tradizioni della Vostra gloriosa Dinastia il favorire gli Istituti scientifici. << Da oltre un secolo i Vostri Avi fondarono in Torino un'Accademia di scienze, che fin dall'origine prese posto fra le più riputate del mondo civile. Ne onorarono le tornate colla loro presenza il Re Vittorio Amedeo III nel 1789, ed altri suoi successori, e nel 1831 il Vostro magnanimo Avo, Re Carlo Alberto accompagnato dai Vostri augusti genitori.

<< Ma presto vennero giorni in cui e dinastia e popolo, e uomini d'azione e pensatori, un solo intento pratico un solo ideale si proposero, a cui tutto si doveva coordinare e sacrificare, la unità e la libertà d'Italia.

« Ora lo scopo pratico, l'ideale nostro è quello che determinò il Padre della Patria nel suo primo discorso reale dopo la liberazione di Roma: fare grande e felice l'Italia. A conseguire questo nobilissimo scopo, per altri ostacoli non meno arduo, grandemente giova l'Accademia delle scienze; imperocchè la grandezza e la prosperità d'un paese è indubbiamente una conseguenza diretta, o come i matematici direbbero, una funzione del progresso morale, intellettuale ed economico dei cittadini.

«Non v'è ormai chi non vegga, come senza un' alta coltura scientifica, scarso riesca lo sviluppo della ricchezza di un paese. Si disputa sulla efficacia morale di una istruzione imperfetta, ma niuno contesta che il rafforzamento delle virtù le più pure, e della più nobile moralità deriva dai forti studi.

<< Finalmente molti già comprendono la necessità che le intelligenze le più elette si temprino alle audacie delle indagini novelle, moderate dal giusto senso della realtà: acquistino la virtù della pertinacia fino al felice successo; ed educhino la gioventù valorosa ai più eccelsi, ma pure ottenibili propositi. Altrimenti la nazione non solo non conseguirà la sua parte di gloria nella conquista del vero, gloria che è oramai la più duratura, ma non avrà uomini che in tempi difficili e forse neppure negli ordinari valgano a condurre con buon esito le più importanti imprese pubbliche o private, civili o guerresche.

<< Il rapido accrescersi della popolazione, i progressi delle scienze fisiche hanno

TRANSUNTI - VOL. V.

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talmente mutate le condizioni tutte dell'umana società: ogni congegno così nell'ordine meccanico, come nell'economico e nell'amministrativo si è tanto complicato: le esigenze della odierna civiltà, anche a tener conto soltanto delle più plausibili, già sono siffattamente cresciute, e di tanto vanno per fatale necessità di cose ogni giorno aumentandosi, che alla generale lagnanza sulla scarsità di uomini non impari al loro assunto, taluni spiriti imprudentemente irriflessivi o parziali od incompleti, per spiegare le difficoltà di far bene, vanno aggiungendo il dubbio sulle istituzioni che più importa mantenere inconcusse.

Urge quindi educare gli eletti delle novelle generazioni ai più vigorosi sforzi intellettuali; ed infatti i popoli che stanno a capo della civiltà incitano in ogni modo i più potenti ingegni ai più ardui cimenti. Perciò nella lettera con cui Voi, o Sire, onoraste l'Accademia dei Lincei, pochi giorni dopo la vostra assunzione al trono, tutti i pensatori lessero con esultanza le seguenti parole: TRA LE ASPIRAZIONI DELL'ANIMO MIO STA ALTISSIMA QUELLA DI VEDERE L'ITALIA GAREGGIARE COLLE NAZIONI LE PIÙ CIVILI NELLE UTILI E GLORIOSE CONQUISTE DELL'UMANA INTELLIGENZA (Vivissimi e prolungati applausi). E con plauso universale fu udito dal Vostro augusto labbro nella inaugurazione della prima sessione parlamentare aperta dalla Maestà Vostra: L'ITALIA, CHE NELLE SUE PEGGIORI SVENTURE NON RINUNCIO MAI ALLE NOBILI CONSOLAZIONI DELLA SCIENZA E DELL'ARTE, LIBERA ORA DI SEGUIRE LE PROPRIE ISPIRAZIONI, CERCHERÀ LA GRANDEZZA E LA FORZA VERA IN QUEGLI STUDI CHE FURONO PER SECOLI L'INDOMABILE MANIFESTAZIONE DELLA SUA VITA E DELLA SUA UNITÀ (Ripetuti applausi).

<< Lo stesso pensiero conduce qui oggi le Maestà Vostre, e la Vostra Altezza Reale; imperocchè i Lincei attribuiscono non a sè, ma a tutti gli scienziati italiani l'alto onore della Vostra augusta presenza. Dopo la riforma dei suoi Statuti sancita, o Sire, dall' immortale Vostro Padre nel 1875, l' Accademia nostra consta di Soci residenti in ogni parte del regno, e dà ai Socî delle altre primarie Accademie la facoltà di sedere tra noi, e di comunicare i loro lavori scientifici. Facoltà che si estende agli stranieri in eguali condizioni, e specialmente a quelli che fondarono in Roma istituti scientifici, giacchè la scienza è anche al disopra del concetto della nazionalità.

<< Un solo desiderio mi fu espresso: che il mio dire non contenesse elogi, ed obbedisco; ma siami lecito esclamare come Plinio a Traiano: Nec nobis munera tua praedicare, sed audire tibi necesse est (Applausi).

<< Nè mi è possibile non considerare ciò che oggi qui accade. Qui, proprio in Roma, anzi in questo famoso Campidoglio, in una Società ove si discute ogni ramo dello scibile umano con una libertà cui non è assegnato alcun confine, oggi intervengono il Re dell' Italia una e libera, accompagnato da ministri costituzionali, e l'Augusta Regina, che dall'alto del trono rappresenta la purità degli affetti, la santità della famiglia, la dignità della donna (Vivi e prolungati applausi).

<< Quanti pensieri si affollano alla mente, quanti sentimenti tumultuano al cuore quando si confrontino luoghi, tempi, persone ed il loro alto significato !!! (Applausi). << Sono in dovere di esprimere alle MM. VV. la riconoscenza degli studiosi. Mercè Vostra, o Sire, è ora possibile che un nome fino a ieri ignoto, per la sola virtù di

un eccellente lavoro scientifico, sia encomiato davanti a Voi ed ai principali personaggi del Regno che vi fanno corona. Quale stimolo ai più nobili ingegni per ritrarli dai godimenti materiali alle sublimi aspirazioni della pubblica benemerenza e della gloria! (Segni di approvazione)

« E l'interesse che Voi, graziosissima Regina, dimostrate per le scienze, venendo tra noi, sarà desso privo di effetti? La storia dimostra che la donna fu la principale inspiratrice della poesia, delle lettere e delle arti. Nè le scoperte scientifiche si fanno a caso: le inizia un criterio della realtà così fino, che anche nel comune linguaggio ha nome di sentimento, e le conduce a termine una abnegazione, che solo una viva passione per, la verità può spiegare. Anche la scienza la più austera si alimenta alle fonti purissime del sentimento.

« Le donne italiane seguiranno il Vostro esempio, Augusta Regina, incoraggiando i loro figli a meritare un nome tra i conquistatori del vero; imperocchè ognuno sa che la più grande potenza educatrice sta nella donna. Aristotile, che tutto ordinava a fine scientifico, prescriveva per testamento che si conservasse in luogo sacro l' immagine della madre sua.

<< Mi sia lecito, benchè io non ne abbia il mandato, di esprimere alle MM. VV. anche i ringraziamenti dei partiti politici, i quali sono uniti attorno alla Vostra Dinastia ed alle patrie istituzioni dal solo scopo del bene inseparabile del Re e della Patria (Applausi); giacchè se essi discordano nell'apprezzamento della migliore soluzione di molte questioni, sono concordi sull'Accademia delle scienze.

<< La lotta per la verità contro l'ignoranza, contro il pregiudizio e contro l'errore suscita la stessa unanimità che si trova nei giorni di combattimento per la difesa della Patria (Vivi applausi).

«Non ho parole per significare i sentimenti dei Lincei. Dacchè fu annunciata la presenza delle Vostre Maestà a questa seduta, quasi mi pare che i grandi uomini, i quali tre secoli fa, raccolti dal Cesi, e capitanati dal Galileo fondarono l'Accademia dei Lincei, abbiano dovuto prevedere colla intuizione che è propria del genio, che il giorno del trionfo della verità sarebbe pur giunto..

« Ed essi hanno dovuto benedire le persecuzioni e le torture che la scienza loro procacciava, se hanno pensato che acceleravano il giorno in cui un Re futuro dell'Italia una sarebbe venuto nella loro Accademia ad incoraggiare i loro studî prediletti, ed a contribuire potentemente alla prosperità ed alla grandezza d'Italia » (Vivi e prolungati applausi).

S. M., chiamato a sè l'oratore, gli esprime la sua approvazione.

I PRESIDENTE presenta i volumi accademici dell' anno accademico 1879-80 colle seguenti parole:

<< Ho l'onore di presentare i volumi degli Atti (accademici) dell'anno accademico testè decorso.

<< Essi consistono in un volume di Transunti, in quattro volumi di scienze fisiche ed in due volumi di scienze morali.

« I Transunti hanno 59 Note, e 25 Relazioni su Memorie da stamparsi. I volumi di scienze fisiche contengono 45 Memorie che occupano 1800 pagine di testo illustrate da 89 tavole grafiche.

I volumi di scienze morali hanno 21 Memorie per 1100 pagine di testo, illustrate da 26 tavole.

<< Con questi volumi l'Accademia dall'anno della sua ricostituzione 1875, ad oggi ha pubblicato 226 Note di cui 193 di scienze fisiche, e 310 Memorie di scienze fisiche, più 112 Memorie di scienze morali.

Gli specchi seguenti servono di corredo alle parole del Presidente.

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Totale

96 52 55 34 30 32 14 42 44 83 80 85 86 00 83 50 81 51

8 1 1 1

1 1 8 1 8 |

75

87 62

00 100 00 77 42

87 46

66 100 89 50

75 42

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