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<< Uno melo grosso intero colle barbe suto trovato in sul podere di Giovanni

<< Bonromei venuto di là dalla Pesa più di due miglia di lungi.

<< Uno sorbo grossissimo e molte querce sute sbarbate e portate di lungi uno « mezzo miglio, e di quelle de' luoghi alti portate in luoghi bassi e di quelle de' luoghi << bassi portate ne' luoghi alti.

<<< Per le strade e vie non si poteva cavalcare per cagione della grande somma « degli albori dibarbati e rotti e cascati: bisognava andare pe' campi.

<< Sonsi trovati morti per le case cascate circa a venti persone e molte bestie

<«< di buoi cavagli asini e pecore capre e porci e gran numero d'uccegli cioè colombi « gazze fagiani starne quaglie passere e altri uccegli lepri volpi e capriuoli e altro << bestiame.

<< Per tutto il detto paese ch'è scritto assai case di contadini e porte levate <<< solo le coperte de' tetti, e in tutti i terreni dibarbati e rotti i due terzi de' frutti «<e alberi e parte delle viti delle vigne, e comunemente tutti i frutti e alberi cascati <«<l'uno contro l'altro e non per uno verso come si dice disopra, e in alcuno luogo si « trovava l'uno campo ricevuto danno e l'altro appresso non tocco di nulla e alcuni campi di terre lavorate di fresco co' buoi levata quella terra smossa circa braccia << addentro e portata via.

«<

«

<< D'una casa d'uno contadino fu tratto per una finestra ferrata parecchie moggia << di grano ch'era in sur uno palco e la casa non ricevette altro mancamento o poco. « D' un'altra casa d'uno contadino fu levato di sur un palco una bugnola di « grano di staja 22 e portata in uno campo di lungi braccia 60 posta in terra senza

<< versarlo.

« Un'altra casa d' uno contadino tagliata dal palco in su tutta per l'uno verso <<< era braccia VIII e per l'altra 15, e portato di netto le mura e coperta del tetto << discosto braccia 20 senza lasciare sul palco uno mattone o pietre o calcinacci. « Per l'aria si vedeva grande numero di querciuoli bronconi d'alberi e rami «<e frasche e paglia e simili cose.

Uno tetto d'una casa suto levate intero col legname e coperta e portato in « uno campo di lungi braccia 200.

<< In Mugello verso Ronta si sono trovati bronconi e rami di ulivi e d'altri <«< alberi interi portati di lungi da dove restò la fortuna circa 25 miglia, che si com«< prende innalzossi in aria per modo non poteva danneggiare la terra».

Qui finisce la descrizione della mirabil fortuna.

<< Non ispetta a me, profano alle scienze fisiche, nessun comento intorno a questa relazione, dove la diligenza delle osservazioni gareggia coll'aurea purezza del linguaggio classico, dove troviamo indicata la natura elettrica del fenomeno a' tempi tanto anteriori agli studi di Gilbert, quando ancora il Macchiavelli ne scriveva dubitando se la meteora fosse spinta da forze naturali o soprannaturali e, imitando Tito Livio, la interpetrava quale presagio celeste di umane tragedie.

«Mi si conceda soltanto di osservare che fra il Macchiavelli (quale almeno ho letto in alcune edizioni) e il Rucellai corre una lieve differenza di data: questi la pone al 22, quegli al 24 d'agosto 1456: mentre non c'è dubbio che parlano dello stesso fatto, giacchè concordano nella sostanziale descrizione del fenomeno, nella

medesima un'ora avanti giorno e nel luogo di S. Casciano specialmente danneggiato. Ma si deve realmente ritenere il 22 d'agosto perchè il Rucellai, come s'è udito, descrive immediatamente dopo il fatto. E poi nello stesso Zibaldone, in una specie di cronaca delle molte cose nuove e grandi e degne di farne memoria da lui vedute e intese nella terra nostra cioè nella città di Firenze, trovo la seguente somma indicazione:

« Nel 1456 a dì 22 d'agosto fu una meravigliosa e mirabile fortuna: e principiò nelle parti di Val d'Elsa, venendo poi da S. Casciano e da S. Maria Impruneta al Ponte a Ema e in piano a Ripoli, passò Arno e tirò verso Settignano: fece grandissimi danni di fare cadere casamenti di cittadini e di contadini e chiese e frutti e alberi e morirono di molti uomini e bestie: assomigliavasi più tosto a una forza di bombarda che a forza di vento, e per molti si dice che la fu materia di spezie di saetta. E io Giovanni Rucellai andai personalmente in detti luoghi a vedere udire e sentire tutte le predette cose su che mi si può prestare piena e intera fede ». Dopo tutto sarà facile verificare se il lunedì specificato dal Rucellai coincida col 22 o col 24 d'agosto 1456.

« Mi si permetta finalmente di aggiungere che il Macchiavelli assegna alla meteora un andamento complessivo da est a ovest: dalle parti del mare di sopra di verso Ancona attraversando per l'Italia entrò nel mare di sotto verso Pisa. Invece il Rucellai assegna un parziale andamento in linea quasi affatto opposta, da sud-ovest a nord-est, da S. Casciano a Settignano; e non solo non accenna alla lunga marcia dell'uragano attraverso la penisola, ma la fa principiare a S. Casciano e finire a Settignano. Di più il Macchiavelli dà una larghezza di due miglia alla terribile striscia, il Rucellai solo un terzo di miglio ».

Il Socio BLASERNA, nel presentare a nome del sig. Marcotti questa Nota, soggiunge che la bellissima descrizione del Rucellai non potrebbe per esattezza essere superata. La tromba da lui osservata era una delle più formidabili ed ha carattere identico a quelle più recentemente osservate. Prova ne sia quella scatenatasi il 30 giugno 1865 nei dintorni di Monza, che fu osservata e descritta negli Atti dell'Istituto Lombardo dal prof. G. M. Cavalleri. Il punto più rimarchevole nella descrizione del Rucellai rimane certamente l'aver egli riconosciuto nel fenomeno la presenza di quella elettricità, la cui natura doveva essere studiata e in certo qual verso riconosciuta molto più tardi. Dal Rucellai fino agli importanti studî di Franklin sull'elettricità atmosferica corrono tre secoli.

Archeologia LOVATELLI ERSILIA. Di un antico Musaico a colori, esprimente gli Aurighi delle quattro fazioni del Circo. Memoria letta dal Socio CARUTTI.

Filosofia MAMIANI T. Di alcuni fatti di Psicofisiologia in grave conflitto colla ipotesi Darwiniana. Parte prima.

In questa prima parte, mostra il Mamiani che nella dottrina Darwiniana entrano per lo manco quattro supposizioni, od ipotesi, delle quali una certissimamente non si appone alla verità.

Storia - AMARI M. La iscrizione del Palazzo di Re Ruggiero in Messina.

Archeologia

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FIORELLI G. Notizie sulle scoperte di antichità, delle quali venne informata la Direzione generale di antichità e belle arti durante lo scorso mese di aprile. Tali notizie riguardano i luoghi qui appresso indicati pei rispettivi rinvenimenti:

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1. Torino. Monete imperiali romane scoperte nella costruzione dei nuovi murazzi sul Po, a valle del Ponte di pietra. 2. Asti. Frammento di mattone con bollo, rinvenuto in contrada Fornace. 3. Besnate. Esplorazione archeologica della Lagozza (cfr. Notizie 1880, Classe di scienze morali ecc., ser. 3a, vol. V. p. 362). · 4. Casaleone. Antiche armi ed oggetti rinvenuti in varî punti del comune. - 5. S. Ilario d'Enza. Tomba cristiana con avanzi d'iscrizioni classiche scoperta presso la chiesa parrocchiale. -6. Anzola bolognese. Anfore ed altre figuline di età romana rinvenute nel podere Palazzina. 7. Terni. Frammento epigrafico scoperto nella facciata del palazzo municipale. 8. Orvieto. Antichità rinvenute nel declivio del Monte d' Orvieto, fra Porta maggiore e Porta romana. - 9. Viterbo. Frammento epigrafico dell' antica Surrena trovato presso il Bollicame. 10. Corneto-Tarquinia. Scavi nella necropoli tarquiniese ai Monterozzi. 11. Roma. Scoperte nelle Regioni urbane II, VI, XIV, in via Aurelia, in via Tiburtina. Seconda relazione sugli scavi del teatro di Ostia e delle sue adiacenze. Scavi nella tenuta di Acque bollicanti presso la via Prenestina. 12. Sulmone. Pavimento in musaico scoperto entro la città. 13. Pentima. Iscrizioni corfiniesi. 14 Pompei. Scoperte presso il Canale di Bottaro sotto la città antica. Scavi nell'isola 7, reg. IX. — 15. Lucera. Pavimenti in musaico rinvenuti in Porta del Castello. 16. Muro Lucano. Iscrizione latina esistente nel cortile del Castello. Antichi avanzi in Raia san Basile ed a Terzo Filitti. 17. Lorenzana. Iscrizione latina presso Castelbellotto. 18. Potenza. Iscrizione latina scoperta nelle fondamenta del palazzo Falcinelli. 19. Brindisi la montagna. Iscrizioni latine esistenti nel Comune. 20. Vaglio di Basilicata. Antichità esistenti nel colle s. Bernardo e nella Macchia di Rossano. 21. S. Chirico Raparo. Iscrizione latina esistente nel Comune. 22. Siracusa. Scavi presso la così detta tomba di Archimede. 23. Portotorres. Scoperte nella regione della Nurra. 24. Silanus. Scoperte presso il Nuraghe Orolio.

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La Classe adunatasi all'una pomeridiana, si sciolse dopo due ore e mezzo di seduta.

Classe di scienze fisiche, matematiche e naturali

Seduta del 5 giugno 1881.

Presidenza del C. Q. SELLA.

Soci presenti: BARILARI, BATTAGLINI, BETOCCHI, BLASERNA, CANNIZZARO, CAPELLINI, CARUEL, CREMONA, DE GASPARIS, DE SANCTIS, FELICI, GEMMELLARO, GOVI, MAGGIORANI, MENEGHINI, MESSEDAGLIA, MORIGGIA, PARETO, RESpighi, SCACCHI, STOPPANI, TODARO, TOMMASI-CRUDELI; ed i Soci corrispondenti: BONATELLI, MARIOTTI e ROSSETTI.

1. Affari diversi.

Il Segretario BLASERNA legge il verbale della precedente seduta, che viene approvato.

Dà quindi conto del carteggio relativo allo scambio degli Atti.

Ringraziano:

L'Accademia di conferenze storico-giuridiche di Roma; la Società siciliana di storia patria di Palermo; la Società scientifica argentina di Buenos-Aires; la Società zoologica di Londra; la Società di filosofia sperimentale di Rotterdam; il Museo di zoologia comparata di Cambridge; il Museo Teyler di Harlem; il Museo britannico di Londra; l'Osservatorio Lick di S. Francisco; il r. Osservatorio del Capo di Buona Speranza; la Biblioteca del Ministero dei lavori pubblici di Roma; la Biblioteca nazionale di Brera in Milano; la Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele di Roma; la r. Biblioteca di Parma; il prof. Zeuthen, direttore del Tidsskrift for mathematik di Copenaghen; il r. Istituto geologico di Svezia; il r. Istituto britannico di Londra; il Collegio degli ingegneri e architetti di Roma; il Liceo Galuppi e Convitto di Catanzaro.

Annunziano l'invio delle loro pubblicazioni:

La r. Accademia di Freiberg; la Società fisico-medica di Erlangen; la Scuola politecnica di Berna; la r. Università di Berna.

Ringraziano ed annunziano l'invio delle loro pubblicazioni:

La Università di Kiel; la Società di fisica e storia naturale di Ginevra.

I SEGRETARIO presenta due plichi suggellati trasmessi dal sig. ADOLFO BARTOLI in nome anche del dott. GIORGIO PAPASOGLI, perchè siano custoditi fino a che non ne venga chiesta l'apertura.

TRANSUNTI VOL. VO

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Lo stesso SEGRETARIO annunzia quindi, che oltre alle Memorie giunte per concorrere ai premi del Ministero dell'istruzione pubblica, delle quali si diede l'elenco nella seduta del 1° maggio, ne pervenne un'altra del sig. IGNAZIO CAMELETTI, intitolata: Dimostrazione diretta del binomio di Newton.

2. Presentazione di libri.

Il Segretario BLASERNA presenta i libri giunti in dono fra i quali nota: una ricca collezione in 40 volumi di opere economico-amministrative, offerta dal Socio straniero PERKINS MARSH; due opuscoli del Socio CAPELLINI: Le roccie fossilifere dei dintorni di Porretta nel Bolognese, e l'arenaria di Roccapalumba in Sicilia. — Avanzi di Squalodonte nella mollassa marnosa miocenica del Bolognese, un opuscolo del Socio Cossa, intitolato: Sopra alcune roccie serpentinose dell'Appennino bobbiese; lettera al prof. Torquato Taramelli; e le belle carte idrografiche inviate dall'Ufficio Idrografico della Marina in Genova.

Il Socio STOPPANI presenta in nome dell'autore prof. M. S. DE Rossi un opuscolo: Intorno all'odierna fase dei terremoti in Italia, e segnatamente sul terremoto di Casamicciola del 4 marzo 1881, discorrendo sul contenuto del medesimo.

Il Socio Govi offre all'Accademia due opuscoli da lui pubblicati. Nell' uno di essi, relativo a un Dialogo in dialetto Padovano intorno alla nuova Stella apparsa nel 1604, si esamina e illustra una ristampa fattane recentemente dal prof. ANTONIO FAVARO di Padova, zelante cultore della Storia scientifica d'Italia. Questo Dialogo venuto in luce nel 1605 sotto il pseudonimo di Cecco di Ronchitti da Brùzene, e ispirato in gran parte, se non redatto in italiano da Galileo, è opera d'un Girolamo Spinelli, Benedettino Padovano, che il Govi dimostra essere stato scolaro e amico del Galilei.

Una certa Nota nell' opuscolo del prof. FAVARO, la quale potrebbe far sospet tare che l'uso degli occhiali da naso (comune già da tre secoli, ai tempi di Galileo, tanto agli astronomi quanto a tutti gli altri che avean la vista difettosa) si volesse ritenere come quasi una prima invenzione del cannocchiale, trovato solo nel 1609, dà occasione al Govi di combattere una tale opinione, prima ancora che qualcuno venga a proporla esplicitamente ed a sostenerla.

L'altro opuscolo contiene la riproduzione fedele di un Manifesto fatto stampare nel 1625 da un occhialaio di Parigi, per nome, D. Chorez, nel qual Manifesto son descritti e figurati per la prima volta i Cannocchiali binocoli, erroneamente attribuiti sin quì al padre Schyrl da Rheita, cappuccino boemo, il quale ne parlò soltanto nel 1645. Nelle illustrazioni che accompagnano questo documento, il Socio Govi prova, coll'autorità di Galileo medesimo, che questi non pensò mai a costruire cannocchiali binocoli, quantunque molti ne abbiano attribuito a lui l'invenzione, male interpretando alcuni passi di certe sue lettere. Appartiene invece incontestabilmente a Galileo non il Microscopio del Drebbel, ma la così detta Lente del Brücke, cioè il Microscopio composto d'una lente convessa e d'una concava.

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