Billeder på siden
PDF
ePub

AMINTA

FAVOLA PASTORALE

PREFAZIONE

I.

Assai si è disputato in questi ultimi anni intorno all'origine della favola pastorale o boschereccia, detta altresí tragicommedia, del quale genere letterario l'Aminta di Torquato Tasso fu il primo esempio perfetto e insieme l'ottimo ed insuperato, e la questione fu riassunta chiaramente da ultimo da Vittorio Rossi', ed è tale. Riprendendo un'opinione già accennata dal D'Ancona 2 e da altri, il Rossi credette di poter additare3 nel-" l'egloga rappresentativa aulica, fiorita in sullo scorcio del Quattrocento e nel primo Cinquecento, le origini prossime del dramma pastorale e si industriò a mostrare il progressivo svolgimento di quella in alcune composizioni sceniche della prima metà del secolo xvi. Un critico tedesco 5, pur dissentendo dal Rossi in alcuni particolari, accolse tale opinione, ma giusta

1) Nel Giornale Storico d. lett. ital., XXXI (1898) pp. 108-116, recensendo il volumetto Su l'Aminta di T. Tasso, Saggi tre di GIOSUÈ CARDUCCI con una pastorale inedita di G. B. Giraldi Cinthio, Firenze, Sansoni, 1896. (2) Origini del teatro italiano 2, Torino, Loescher, 1891, vol. II, in una lunga nota a pp. 69-71.

3) Battista Guarini e il Pastor Fido, Torino, Loescher, 1888, nella Parte seconda, cap. I.

4) Prossime, è da osservare, ed escludendo egli pure ogni influsso dell'ecloga rusticale toscana. E già lo stesso Rossi aveva riconosciuto che le origini remote sono da riconoscere nell'idillio teocriteo e nell'egloga virgiliana; la tradizione si svolge non interrotta per le ecloghe classicheggianti, latine e volgari, del Tre e del Quattrocento, giú fino all'Arcadia del Sanazzaro, alle rappresentazioni bucoliche delle nostre corti e alle loro propaggini. Che l'egloga a diverbio piú consueta abbia avuto uno sviluppo maggiore anche nella classicità lo dimostrano l'idillio XV di TEOCRITO (La festa d'Adone o le Siracusane) e i Mimi d'ERONDA di recente ritrovati.

5) A. L. STIEFEL nella recensione al volume del Rossi nel Literaturblatt f. german. u. roman. Philol., 1891, no 11.

mente fece osservare che il principale impulso allo svolgimento dell'ecloga e alla sua trasformazione nel dramma pastorale dovette venire dalla commedia e dalla tragedia contemporanee. Il Carducci, nei Saggi ora citati, negò invece che cosí le ecloghe auliche come le egloghe e commedie pastorali e rusticali abbiano che fare colla favola pastorale quale tiorí nella seconda metà del Cinquecento in Ferrara, e concluse: « In Ferrara, invece, prima per opera dell'Ariosto, contro la vecchia commedia in terza e ottava rima e anche contro la nuova commedia fiorentina in prosa, surse la commedia regolare classica nell'antico jambo, cioè in endecassillabi sciolti e sdruccioli. In Ferrara, se non surse la prima tragedia classica in versi sciolti, fiorí con sistema estetico preordinato, occupando piú che un decennio, dal 1541 al 1554, il teatro tragico in versi sciolti di G. B. Giraldi. E il Giraldi nel 1545 con l'Egle e poco di poi con l'altra opera che ora è frammento 3, produzioni di pura idea classica, aprí la car

1) E in endecasillabi sciolti, molto spezzati, sono le due commedie di Ercole Bentivoglio, dell'Ariosto coetaneo ed amico. Ci è ignota un'altra commedia di G. B. PIGNA, il quale discorrendo di quelle dell'Ariosto cosí ne scrive: < Questo è il mio parere intorno alle due proposte commedie, non solamente ora in parole esposto, ma anche già in fatti confirmato: che fu quando la Vestaria composi, percioché composila appunto secondo le strade per le quali ho la Cassaria a i Soppositi anteposto ». (I Romanzi di M. G. B. PIGNA divisi in tre libri ne' quali della poesia e della vita dell'Ariosto con nuovo modo si tratta, In Vinegia, appresso Vincenzo Valgrisi, 1554, p. 107). Non è tuttavia da dimenticare, per ciò che qui dice il Carducci, che anche a Ferrara ci fu esempio di commedia in prosa; si vegga Gli Eudemoni commedia di G. B. GIRALDI CINTIO pubblicata per la prima volta a cura di Giuseppe Ferraro, In Ferrara, per Domenico Taddei e figli, 1877.

--

2) Ma la verseggiatura mista di endecasillabi e settenari il T. dedusse dalla Canace dello SPERONI (1546), che aveva frequenti relazioni con Ferrara e servitú con quei duchi; cfr. CARDUCCI, p. 84.

3) Rimangono una parte prima col prologo, e una parte quinta, edite dal Carducci nel vol. cit. Ma che questa composizione del Giraldi sia anteriore a quelle del Beccari e del Lollio non è sicuro. Io ebbi già ad osservare se non piuttosto il Giraldi, che aveva dapprima negata ogni relazione tra la nuova Satira (com'egli chiamò l'Egle) e l'egloga antica, dopo l'esperimento, da lui medesimo ricordato, della recitazione di una sua egloga con viluppo amoroso a noi ignota, e dopo la rappresentazione delle due pastorali del Beccari e del Lollio, non si fosse piuttosto persuaso che la via aperta con l'Egle poteva essere suscettibile di maggiore sviluppo. E ciò, perché nel 1565 abbiamo notizia della rappresentazione di una tragicommedia di lui, che potrebbe esser stata appunto quella a noi giunta frammentaria. Cfr. il mio volume Ferrara e la Corte estense nella seconda metà del secolo decimosesto. I Discorsi di Annibale Romei, Città di Castello, Lapi, 1899, 2a edizione, pp. LXXXIV e LXXXVII.

1

riera alla favola pastorale, che slanciatasi nello stadio col Sacrificio del Beccari (1554) toccò la mèta con l'Aminta del Tasso (1573), fu coronata col Pastor fido del Guarini (1581). Alla favola pastorale, dunque, nata, cresciuta e venuta alla somma perfezione in Ferrara alla corte estense, diè gli esemplari nella sua doppia forma pur il teatro estense: per la mediocrità famigliare e per la giocondità, la commedia; per la passione, per l'elocuzione piú sollevata, per la lirica dei cori, la tragedia. E tra i due generi creduti rinnovare di su l'antico, questo, misto e composito, e per la novità sua, e per la rispondenza alla idealità dei tempi, e per il valore dei poeti che lo sollevarono, T. Tasso e B. Guarini, apparí e divenne il piú originale e vitale, il più efficace e fecondo ».

2

Comunque si sia, che forse altri elementi mancano a risolvere il dibattito, e qualunque fosse la tradizione e l'influsso che li

[ocr errors]

1) Una Dafne del medesimo è perduta. - Nel frattempo apparve l'Aretusa di ALBERTO LOLLIO (1563), che tra breve di sulla stampa tutta corretta dall'autore darà nuovamente in luce il dott. A. F. Pavanello nel vol. XI degli Atti della Dep. di Storia Pat. di Ferrara; e del Lollio rimane anche un abbozzo o scenario La Galatea da me edito nel Propugnatore N. S., vol. IV (1891), pp. 199 sgg.; le quali composizioni il Carducci esclude dalla serie di quelle precorritrici dell' Aminta; venne poi Lo Sfortunato di AGOSTINO ARGENTI (1567) < lungo e noioso ». Per le prime stampe e rappresentazioni di tutte queste pastorali v. il capitolo sul Teatro, nel mio vol. cit. Ferrara e la corte estense, p. LXXXI sgg.

2) Op. cit., p. 75.

3) Infatti, dopo gli studi del Carducci, il signor Alberto Gregorini pubblicò La Theonemia, favola pastorale e l'Herode insano, tragedia, di MARCO MONTANO non mai pubblicate, precedute da un saggio intorno alla vita e alle opere dell'autore, Rocca S. Casciano, Cappelli, 1898. Il Gregorini congettura che la Theonemia sia anteriore all'Aminta, ma ciò non appar sicuro, ed è poi da dubitare che essa fosse conosciuta in Ferrara dal Tasso e dal Guarini. Piú di recente UGO CESSI, La ‹ Filena di G. A. Caccia (nel Giornale Stor. d. lett. ital., XXXVII (1901), pp. 180 sgg.) sostenne, contro l'esclusione data dal Carducci, che, se la Filena è una commedia sul genere delle rozresche cittadine, l'Erbusto (1546) dello stesso Caccia invece per la sostanza e per la forma va annoverata tra quelle composizioni drammatiche che precedettero il sorgere della vera favola pastorale. Noto altresí, per i precedenti dell' Aminta, che se è di certo uno dei tanti errori che sono nella Drammaturgia dell'Allacci continuata, l'anno 1506 assegnato all'Aura favola pastorale di CRISTOFORO SICINIO di Toffia, Venezia, per Roberto Meietti, essendo questi un editore del principio del secolo XVII e però la data di stampa sarà da leggere 1606; non ho però mai veduto, né so che alcuno abbia segnalate le tre stampe seguenti: GIO. FRANCESCO PERANDA, Aminta. Ecloga Pastorale. Alla nobilissima ed illustre signora Virginia Roncalli, nella inclita città di Vinegia, MDLII, 8o, notevole per la concordanza del titolo, ma

« ForrigeFortsæt »