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LETTERE

. DEL SIGNOR

GIUSEPPE ANTONELLI

MESSINE SE

PROFESSORE DI BELLE LETTERE IN PALERMO

AL SIGNOR

D. LUIGI PORTEZ

MARCHESE DELLA VALLETTA

Sopra le Controversie nate tra il Signor FRANCESCO MARIA ZANOTTI, e il P. CASTO INNOCENTE ANSALDI intorno alla Filosofia Morale del Signor

DI MAU PERTUIS.

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CARISSIMO

SIGNOR MARCHESE.

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OI vi ricorderete, Signor Marchese carissimo, che essendo amendue noi in Procida, e passeggiando un giorno per un vago giardino di quella dilettosa Isola ragionammo tra noi lungamente delle controversie nate in Italia sopra la Filosofia Morale del Signor di Maupertuis; e a quel proposito mi diceste, che avendo veduta la Lettera del P. Ansaldi, uscita in Venezia contro a tre Discorsi del Signor Zanotti, desideravate, che io vi facessi vedere i Discorsi medesimi, et anche mi stimolaste a scrivervi il mio giudizio sopra la lettera. Delle quali due cose come prima fui giunto in Palermo, l' una feci, e vi mandai i Discorsi ; l'altra, non avendo allora assai di ozio, mi convenne aspettar qualche tempo per farla. Ora però, che sono alquanto ozioso, quantunque io creda, che, letti avendo i Discorsi, non avrete più bisogno di me per giudicare della lettera, tuttavia mi ho proposto di scrivervene, mirando non al bisogno vostro, ma al desiderio; al quale io m' ingegnerò, come potrò, di soddisfare, se non altro acciocchè intendiate, che ve ne lodo. Che certo non posso non lodarvi molto, che anche in Procida vi A 2

piac

piacciano i libri; e che vogliate allo studio, che pres so me poneste gli anni addietro nell' eloquenza, aggiungere quello ancora della Morale Filosofia, senza la quale non sarebbe l' eloquenza desiderabile. Io dunque vi scriverò semplicemente il giudicio mio sopra la lettera del P. Ansaldi, siccome voi volete, e farollo in più Lettere, amando meglio di scriverne molte non tanto lunghe, che una lunghissima; e se io vi parrò troppo stretto nel dire, e privo di quegli ornamenti, che già vi insegnai, scuserammi appresso Voi la forma dello scrivere epistolare, che come sapete, vuol essere breve et aborrisce lo studio.

Io vengo dunque al proposito. La lunghissima Lettera del P. Ansaldi si divide in tre parti; nella prima par, che voglia rispondere al primo Discorso del Sig. Zanotti; nella seconda al secondo; nella terza al terzo. Mi tratterò ora nella prima; dirò dell' altre in altre Lettere. Nè mi fermerò in ogni cosa, che ciò sarebbe fare un volume. Toccherò i capi principali, onde giudicherete del restante.

E già per vedere, come bene risponda il P. Ansaldi al primo Discorso del Sig. Zanotti, veder bisogna qual sia la somma del Discorso istesso. Se non m' inganno, è questa. Voi, P. Ansaldi, dice il Sig. Zanotnotti, nelle vostre Vindicie avete supposto, che la questione tra Maupertuis e me, fosse, se debba la Religione anteporsi alla Filosofia degli Stoici. Ora questa supposizione è un sogno. Voi dunque avete scritto quelle vostre Vindicie sognando. Questo è il sillogismo, in

tor

tato pure,

torno a cui volgesi tutto il discorso del Sig. Zanotti il quale dimostra in primo luogo, che il P. Ansaldi avea fatta quella stranissima supposizione; e lo dimostra con moltissimi passi tratti dalle Vindicie. Poi dimostra con moltissimi passi tratti dal suo stesso ragionamento, che quella supposizione è un sogno, facendo apertamente vedere, che egli non ha mai negato, nè dubiche sia la Religione da anteporsi a qualsivoglia Filosofia. Ora volendo il P. Ansaldi rispondere a un tal discorso, non dovea egli principalmente ri spondere a i passi allegati dal Signor Zanotti ? Non sono essi l'appoggio, il sostegno, la base di tutta la causa? E pure ditemi, a qual di loro risponda. Nè dimando, se risponda a tutti; nè anche dimando, se risponda ad alcuni; dimando se risponda ad uno solo. E lasciandogli così addietro senza farne parola, come se il Zanotti allegati mai non gli avesse, esce fuori dicendo nella prima pagina istessa, e ripetendolu poscia quasi in tutte P altre, che la question principale, anzi unica, tra il Maupertuis e il Zanotti è: Se sia capace la Filosofia Stoica di sminuire i momenti della vita infelici. E così gli piace questa bella frase di sminuire i momenti, che sempre l' ha in bocca; forse perchè gli è venuta di Prussia. Io son Messinese, & avrei detto di consolar l' uomo. Ma comunque ciò sia, che è que sto, che nelle Vindicie la questione tra il Maupertuis, e il Zanotti è una cosa, nella lettera è un' altra? E non son elleno due questioni diverse, se debba la Religione anteporsi alla Filosofia Stoica, e se la Filoso

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