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LA SPEDIZIONE SVEDESE DIRETTA DA NORDENSKIÖLD

INTORNO ALLA PUNTA NORD DELL'ASIA

(Con una Carta originale, v. Tavola III).

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Nota sulla Tavola III.

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La felice navigazione eseguita dalla nave svedese Vega e dalla russa Lena' tra le coste settentrionali dell'Europa e le foci del fiume Lena, apre una nuova êra economica e scientifica alle esplorazioni verso le coste artiche dell'Asia, sradicando affatto il pregiudizio circa la innavigabilità assoluta del Mare glaciale Siberiaco, confermando invece splendidamente l'opinione del compianto Petermann intorno all'esistenza di una corrente calda che partendo dalle bocche dell'Obi e dell'Ienissei protende la sua influenza verso l'estremità settentrionale dell'Asia. Ci è veramente di grave sconforto il pensare che il grande geografo tedesco non abbia vissuto abbastanza per vedere compiuta quella grande impresa, una di quelle cui aveva rivolto di preferenza la sua attenzione, facendone oggetto di varii dottissimi lavori, che furono di guida al Nordenskiöld per dirigere la Spedizione Artica Svedese.

La miglior carta sin qui esistente della regione tra le foci dell'Ienissei e la Lena era quella costrutta appunto dal Petermann per la seconda spedizione artica austro-ungarica (pubblicata nel gennaio 1873), che voleva tentare il passaggio nord-est lambendo le falde settentrionali della Novaia Semlia: ricavata in maggior parte dai rilievi eseguiti da Proncisccev (1736), Laptev (1739-1741), Minin e Sterlegov (1740), Celiuskin (1742), Anjou (1823), Middendorff (1843), presentava la penisola settentrionale dell'Asia sotto una forma diversa da quella attribuitale dalle carte anteriori, fatta eccezione di quella russa della Siberia venuta in luce nel 1865. Di essa si servi appunto il capitano Palander, comandante la Vega, per stabilire approssimativamente la sua rotta.

Quantunque quel documento cartografico fosse stato accolto con grande favore da tutti i cultori della scienza geografica per la mirabile perizia che aveva guidato la mano del disegnatore, pure dai più era stato ritenuto, nelle sue forme generali, piuttosto come uno schizzo destinato a subire notevoli alterazioni, che come un'opera di rigorosa esattezza. Infatti, osservava lo stesso autore che per tutto il tratto compreso tra la foce dell'Olenek e quella dell'lenissei non era stata praticata nessuna osservazione in longitudine e che perfino quelle di latitudine vi erano scarse: il solo tratto tra l'Olenek e l'intiero delta della Lena era basato su 16 posizioni astronomiche determinate (in latitudine e longitudine) da Anjou nel 1823. Quindi è che le profonde differenze

1 Allestita dal ben noto promotore di viaggi artici il russo Sibiriakoff, e comandata dal capitano norvegio S. Johannesen, fratello allo scopritore dell'isola Ensomheden.

GUIDO CORA, Cosmos, vol. 5o, 1878, fasc. III.

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riscontrate nel tracciato di Palander rispetto a quello del Petermann non mi hanno troppo sorpreso, tanto più che nei contorni generali l'approssimazione è assai più favorevole alla carta del gran capo-scuola di Gotha che a quelle che la precedettero.

Le discrepanze sono tuttavia così cospicue, che grande onore spetterà in eterno alla Spedizione Svedese per aver di tanto arricchita la geografia, determinando con rigorose osservazioni scientifiche l'estremità settentrionale del maggiore dei continenti, rilevando tanta estensione di coste e studiando la natura di quelle regioni, che per la loro elevata latitudine e pel carattere fisico possono far parte della zona artica.

Alla squisita gentilezza del dottor E. Behm, il più zelante continuatore delle «Petermann's Geographische Mittheilungen», debbo di poter pubblicare pel primo in Italia la carta originale del Palander, quella stessa che il capitano della Vega disegnava su una copia della suddetta carta di Petermann.

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Nella carta del capitano Svedese aggiunsi io poi alcuni nomi estratti dalle relazioni di varii membri della Spedizione, corredandola di una cartina generale dell'intiera sezione dell' Oceano glaciale Artico compresa tra le coste nord di Norvegia e il delta del fiume Indighirka, ove già è delineata la costa siberiaca secondo i nuovi rilievi svedesi, mentre vi è indicata la rotta della «Vega sino al 5 settembre e quella probabile tenuta di poi, la navigazione della Lena » sul fiume omonomo, e l'esplorazione del capit. E. Johannesen (agosto-settembre 1878) tra l'estremità orientale della Novaia Semlia e il capo Taimir, nel qual tratto di mare scoprì l'isola cui diede il nome di Ensomheden.

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Il prospero successo ottenuto quest'anno nelle navigazioni artiche nel mar di Kara e lungo le coste siberiache sino alla Lena è fausto avvenimento non solo scientifico, ma anche economico, giacchè svela un nuovo orizzonte al commercio della Siberia orientale, dimostrando possibili le comunicazioni per mare tra quei lidi e le coste d'Europa, quando siano praticate nella stagione opportuna, che puossi ritenere nella seconda metà della estiva.

Noi intanto mentre diamo il meritato plauso alla spedizione scientifica svedese ed al suo illustre capo il prof. Nordenskiöld, pel compimento di tale impresa, siamo lieti pensando che in questa gloriosa serie di lavori il nome italiano sarà sempre ricordato con onore, per la parte notevole che vi ebbe un ufficiale della R. Marina, il tenente Bove.

È poco possibile che la Vega sia riuscita a raggiungere ancora in questo anno lo stretto di Behring, da cui distava di ben 2500 chilometri, avendo lasciato soltanto la foce della Lena ai 5 di settembre: essa dovrà forse svernare presso l'arcipelago della Nuova Siberia, probabilmente all'isola Fadieieivskoi (Taddeo) su cui il Nordenskiöld nell'ultima sua lettera annunciava volersi dirigere. Da quel luogo potrà nella prossima primavera dirigere distaccamenti per esplorare la regione al nord dell'arcipelago ove nessun viaggiatore giammai penetrò, riedendo poi in Europa col ritorno della stagione estiva. Così la nuova campagna artica non avrà soltanto ottenuto un grande risultato economico, ma avrà altresì esteso ampiamente le nostre cognizioni intorno alla zona polare artica.

Torino, 30 dicembre 1878.

GUIDO CORA.

VIAGGIO DELLA "LENA.. TRA TROMSÖ E AKUTSK

(21 LUGLIO 21 SETTEMBRE 1878).

La nuova via commerciale pel nord dell'Asia1.

In seguito alle notizie sommarie sui lavori della Spedizione Artica svedese riportiamo la seguente lettera, contenente ragguagli sul viaggio eseguito dalla Lena, prima in compagnia della Vega, sino alle foci del fiume Lena, poi da sola rimontando questo fiume sino a Iakutsk, d'onde furono spedite in Europa le prime notizie sul viaggio fatto attorno all'estremità nord dell'Asia.

G. C.

Iakutsk, 15 (27) settembre 1878.

• Noi avevamo già perduta ogni speranza di veder giungere il piroscafo Lena, il quale, sappiamo, partì da Tromsoe diretto a Iakutsk.

Fu quindi tanto più grande la nostra gioia, allorchè ad un tratto lo scorgemmo il 9 (21) settembre, e lo vedemmo gettar l'àncora in vicinanza della nostra città. Il capitano Johannesen aveva accompagnato sino all'imboccatura della Lena la nave veliera la Vega, colla quale il prof. Nordenskiöld fa conto di condurre a termine la sua grande spedizione, diretta a scoprire una via marittima dalla Norvegia sino allo stretto di Behring, attraverso il mar polare.

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La Lena aveva lasciato il porto norvegiano di Tromsoe il 9 (21) luglio e aveva navigato di conserva colla Vega. È un piroscafo ad elice, molto solido e di bell'aspetto, ha una macchina della forza nominale di 15 cavalli, e pesa 129 tonnellate. Il capitano Johannesen è norvegiano, ha 32 anni e naviga da ben 14 anni nel mar Glaciale di cui conosce tutte le particolarità.

Dopo aver girato il capo Nord, le due navi volsero la prora verso l'est e presero il largo, lasciandosi indietro verso sud il mar Bianco e Arcangelo. Entrarono nel mar di Kara e, sino all'imboccatura dell' Ienissei, seguirono certamente la via che il professore Nordenskiöld aveva tempo prima tracciata.

Il 19 (31) luglio, la Lena e la Vega avevano passato il mar di Kara e raggiungevano Hamarava sulla costa nord-ovest della penisola dei Samoiedi, situata fra il golfo dell'Obi e il mar di Kara. Allorchè la Lena, si fu provvista di carbone (a questo scopo era seguìta da un piroscafo-trasporto), le due navi ripresero il mare e girarono l'isola Bianca. Durante questo tempo avevano avuto costantemente delle nebbie, ma non avevano incontrato che pochi massi di ghiaccio fluttuanti.

1 V. a questo riguardo la Tavola III e la cartina inchiusavi.

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