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Ritorno della Spedizione di Rohlfs. Le speranze che avevamo concepito sull'esito felice della Spedizione Rohlfs all'Uadai per Kufra non si sono avverate: la spedizione, dopo aver passato un anno intiero sul suolo africano, è ritorpata li 25 ottobre a Benghasi, senza aver potuto spingersi al Sudan, ma avendo arricchito d'assai la geografia del Sahara orientale coll'esplorazione dell'inospita e temuta oasi di Kufra o Kufara. Da una notizia redatta recentemente dal nostro dotto collega il dott. E. Behm 2, togliamo alcuni ragguagli sulle vicende principali ed i risultati della spedizione.

I viaggiatori sono giunti alla costa, svaligiati, cogli abiti laceri ed abbattuti dal cattivo cibo, dagli strapazzi e dalle ambasce, dopochè nell'oasi Kebabo lo Sceik di Suia Bubakr, che li aveva colle sue genti condotti ed accompagnati da Gialo a Kebabo, li ebbe fatti prigionieri, minacciati di morte e spogliati del loro denaro e dei loro effetti. Per isfuggire alla morte dovettero abbandonare segretamente di notte il loro campo presso Boema, e rifugiarsi nel vicino Giof, dove sono stabiliti alcuni Suia, i quali, per timore di veder confiscati i loro beni nel Barka, si adoprarono a tutt'uomo per la loro salvezza. Irreparabile è la perdita del giornale di Rohlfs, delle note meteorologiche del dott. Stecker, ecc., ma fortunatamente poterono salvare una carta di Kufra, che è il risultato geografico più importante della spedizione. L'enorme differenza tra questa carta e quella

1 V. il fascicolo VII (vol. V, 1878-79), pp. 259-260.

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Petermann's Geogr. Mittheilungen », 1879, n. XII, pp. 468-469.

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dell'Africa centrale pubblicata dal Petermann sopra semplici informazioni, si manifesta alla bella prima dalle posizioni delle tre oasi principali:

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L'oasi più settentrionale di Kufra, Taiserbo, giace quindi quasi 1 '/, grado più al sud che nella carta di Petermann, e di là le altre oasi si distendono verso sud-est e non verso il sud, cosicchè il gruppo d'oasi Kebabo, l'unico abitato, trovasi 12 grado più verso oriente.

La spedizione, partita li 27 luglio da Gialo e li 28 da Battifal, giunse il 1° di agosto attraverso il Serir (deserto petroso) a Taiserbo, priva affatto di abitatori, quantunque munita di pozzi e per circa una giornata coperta di cespugli, halfa e palme dattilifere. Ai 6 proseguirono il loro viaggio dirigendosi verso sud-est a Buseima, dove arrivarono il giorno 8. A breve distanza da Buseima, al Serir succedono delle dune di sabbia ed una piccola catena di neri scogli, ai piedi della quale giace l'oasi con alcuni pozzi ed un piccolo stagno salato. Il diametro di quest'oasi è di circa un'ora di cammino. Di là mossero li 11 di agosto, passarono il 12 il Gebel Nere lasciandolo a dritta della strada, la sera il Gebel Hauari, il 13 giunsero all'oasi Huere ed il 14 a Kebabo valicando una piccola catena di monti. Kebabo si compone di varie oasi, cioè Boema col convento vicino, Giof con un piccolo lago ed un antico villaggio Tebu disabitato, e Sock. I dintorni sono affatto piani e la direzione principale dell'oasi è da occidente a sud-est. I Tebu, anticamente signori di Kufra, vi si recano ora talvolta da Wagianga, per vendervi butirro e cuoi. I tre sacerdoti che abitano nel convento coltivano nel loro giardino datteri, meloni, zucche, limoni, pomigranati, pomidori, pepe, vino, cotone e trifoglio e vi mantengono un numero abbastanza considerevole di asini, capre, pecore e persino buoi, oltre ai polli ed ai colombi. Dopo avere il 26 settembre ricevuto lettere e giornali d'Europa per mezzo di una carovana proveniente dal nord, la spedizione si pose in cammino verso la costa da Giof il 27, arrivò la sera all'oasi Hauere, posta ad occidente di Huere, il 29 proseguì attraverso il Serir per Buseima (2 ottobre), rimase dal 6 agli 8 di ottobre in Taisebo, venne il 13 a Gialo ed il 25 di ottobre era di nuovo a Benghasi.

Dalla Cirenaica il Rohlfs si recò col suo compagno Stecker a Malta, indi in Egitto, a visitare lo Schweinfurth. Ritornato a Valletta, ripartì per la Germania, passando per l'Italia. Mentre scriviamo queste righe egli trovasi a Roma, d'onde si recherà a Torino nella prima settimana del venturo anno.

Viaggio di Schütt dall' Angola alla regione di Luba. Lo stesso resoconto mensile del Behm contiene un riassunto del viaggio di Schütt dall'Angola sino ai dominii del re Mai, la regione di Luba. Accompagnato dall' architetto Paolo Gierow di Rügen e dal negro Germano, come interprete, partì Schütt da Malanghe li 4 luglio 1878, fu spogliato e minacciato dai Bangala nella valle del Quango, si tenne per conseguenza lontano dalla valle del Cassange, passò il Quango in un punto assai più lontano, e non giunse quindi che il 13 novembre,

GUIDO CORA, Cosmos, vol. 5o, 1878-79, fasc. IX.

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quando cioè la stagione delle piogge era gia avanzata, alla residenza del principe Kimbundo, che è il punto estremo raggiunto nel 1875 da Lux, mentre il dott. Pogge di là proseguì recandosi da Muata Iamvo. Kimbundo, secondo le carte di Lux e Pogge, giace tra 10° ed 11° lat. sud e 19° e 20° long. est di Gr.; secondo Schütt invece a 10° lat. sud e 21° long. est. Qui abbandonò Schütt le regioni già esplorate dai suoi predecessori, e si volse il 1° dicembre direttamente verso il nord collo scopo di visitare il gran popolo dei Luba al nord del regno di Lunda, ed il loro capo Mai. Le probabilità erano grandi di poter avanzarsi per un buon tratto verso il nord e forse sino al confluente del Cassai col Congo. I Kioko o Quioko, che formano la popolazione principale dei dintorni di Kimbundo, aveano nel 1866 incontrato di là dal Zane o Cassai i Cachilangue, una tribù ancora antropofoga del Luba, ed aveano persuaso il loro re Muquengue (a 6° 20′ lat. sud e 22° 40′ long. est) a permettere ad alcuni di essi di accompagnarli sino al loro paese, e per via li aveano poi proditoriamente venduti come schiavi. Ora era avvenuto che d'una banda di Quioko che si era nonostante recata a Muquengue solo uno era ritornato, e si bucinava che gli altri fossero stati trattenuti per rappresaglia. I capi perciò risolsero di rinviare a Muquengue per mezzo di Schütt i Cachilangue che gemevano in ischiavitù, e Schütt sperava con questo mezzo di amicarsi il Muquengue, e fare della sua residenza un centro per le sue ulteriori escursioni. Sei dei Cachilangue che egli avea incarico di ricondurre erano nati sulla riva meridionale di un immenso lago, 6 giornate al nord di Muquengue, a 5° 1/2 lat. sud e 23° long. est, secondo la carta schizzata da Schütt. A questo lago davano il nome di Mucanda od anche Lufua N'ghimba, ossia non v'è uccello che possa traversare il lago a volo. Niuno dei Cachilangue ha mai fatto il giro del lago o si è mai recato all'estremità opposta e non sanno come navigarlo, essendo assai tempestoso e capovolgendo le piroghe che si arrischiano di traversarlo. Non ha tributarii di alcuna specie e si scarica nel Lualaba, che dicono esser lontano 15 giornate.

Schütt però non dovea mai raggiungere il paese dei Cachilangue. Egli arrivò li 12 gennaio 1879 al primo villaggio Luba sulle sponde del Luachimo, che secondo la carta di Pogge si getta nel Cassai inferiore tra il Cikapa ed il Cihumbo, ed il 18 gennaio alla residenza del re Mai (6° 53' lat. sud e 22° 10' long. est, a 6 ore dal Cassai, dove questo fiume forma l'enorme cascata di M'Bimbi alta 35 metri); ma questo principe mostrò di essere il più perfido di tutti i ribaldi. A ciò si aggiunse che un figliuolo del Muata Iamvo si recò quivi espressamente per impedire agli Europei di più inoltrarsi verso il nord. Venuti quasi alle mani, questi ultimi dovettero chiamarsi fortunati se poterono li 23 gennaio partirsene sani e salvi. Accompagnati dal figlio del Muata Iamvo seguirono per 10 giorni la sponda destra del Luachimo verso mezzogiorno sino al villaggio del principe, traversarono verso occidente il Luachimo e lo Cikapa, scesero il 15 di aprile al Quango attraverso il territorio dei Chinge e li 12 maggio giunsero a Malanghe, dove trovarono il dott. Büchner — altro valente esploratore inviato nella parte ovest dell'Africa equatoriale dalla Società africana tedesca. Esplorazioni di R. Ivens e B. Capello nei bacini del Quango e Coanza. Un telegramma da Lisbona annuncia l'arrivo a Loanda dei due viaggiatori portoghesi Roberto Ivens e Brito Capello, che si erano staccati dalla spedizione

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