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RESOCONTO SUL LAVORO DELLA CARTA GEOLOGICA D'ITALIA

secondo una relazione dell'Ing. Comm. F. Giordano, Ispettore-Capo del servizio minerario.

I.

Sin dal 1861, essendo Ministro il Cordova, cultore esso stesso di geologia, dietro il rapporto di una Commissione di geologi dal medesimo convocata e l'avviso del prof. Q. Sella, che era stato incaricato di studiare la questione presso i migliori istituti esteri, veniva, con R. Decreto 12 dic. detto anno, ordinata la formazione della Carta geologica in grande scala, con l'indicazione delle norme principali e dei mezzi da impiegarsi per l'eseguimento.

La scala normale prescritta da quel Decreto era quella del 50.000, mentre intanto si doveano coordinare sopra una carta a piccola scala (del 500.000) i diversi studi privati od altri che già esistessero per le varie regioni del Regno. Il Ministero accingevasi tosto a mettere in atto queste disposizioni, allorchè Q. Sella, divenuto Ministro di Finanze e preoccupato anzitutto dell'economia finanziaria, fece sopprimere ogni fondo per la geologia: il R. Decreto del 1861 rimase quindi lettera morta ed inutili in parte divennero i preparativi di mezzi e di personale già iniziati.

Finalmente, nell'occasione del trasferimento a Roma, venne deciso di riorganizzare il Comitato e l'Uffizio per la Carta geologica e ciò venne fatto con nuovo R. Decreto del giugno 1873, promosso dal Ministro Castagnola.

L'esecuzione della carta regolare venne dal Decreto affidata, come già in quello del 1861, ad una sezione d'ingegneri geologi del R. Corpo delle Miniere, costituenti un uffizio geologico, incaricato eziandio di mantenere le collezioni di roccie e fossili, nonchè dei materiali di costruzione e di ornamento di tutte le provincie del regno.

La scala indicata nel R. Decreto del 1861 è quella del 50.000, che è appunto la scala a cui venne ordinata la Carta topografica generale del Regno, rilevata dal nostro Stato Maggiore ora Istituto Topografico Militare. Simile carta, che deve avere le curve orizzontali e tutti i moderni perfezionamenti, non esisteva però ancora nel 1861: soltanto venne intrapresa nel 1862, incominciando dalla Sicilia e procedendo poi lungo le provincie continentali gradatamente dal sud verso il nord. Il rilevamento giunse di già oggidì ai dintorni di Roma. Contemporaneamente però si vanno rilevando a scale maggiori alcuni tratti del territorio più interessanti per qualche specialità; così, p. e., le vicinanze delle

GUIDO CORA, Cosmos, vol. 5o, 1878-79, fasc. VII.

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grandi città, il corso del Po, le Alpi Apuane, ecc., si rilevano alla scala di 25.000; e per alcuni altri siti, come il golfo della Spezia e molte località strategiche, il Vesuvio, la Pantelaria, ecc., venne adottata la scala del 10.000.

Una carta geologica rilevata sulla base di una tal Carta al 50.000, può già dirsi una carta a grande scala, poichè sulla medesima già si possono segnare assai chiaramente alcuni dei più essenziali particolari che interessano non solo la geologia puramente scientifica, ma anche la geologia pratica, cioè le possibili applicazioni alle diverse industrie, mineraria, agricola e forestale, all'idrografia sotterranea ed alle bonifiche, non che al sicuro impianto delle grandi opere pubbliche. Però anche la suddetta scala del 50.000 ben sovente non basta per uno studio geologico di questa fatta e sovratutto per lo studio di rilevamento sul terreno, il quale va sempre fatto il più minuziosamente possibile. Allo scopo di stabilire di comune accordo delle norme generali al lavoro avvenire, il Ministero nell'aprile del 1874 convocava a Roma una riunione di tutti i professori e cultori della geologia in Italia, la quale dopo lunga discussione adottava come prima massima un elenco cronologico delle formazioni diverse da distinguere sulla carta geologica ed una scala di colori e di segni convenzionali con cui segnarle sulla carta medesima.

II.

Dove e come incominciare un lavoro sistematico fu nel principio del 1877 l'oggetto di ponderato esame e deliberazione del Comitato.

Tenuto conto di tutte le circostanze, si decise che per quanto si trattasse del lavoro regolare da iniziarsi, convenisse di scegliere possibilmente qualche regione che, oltre all'interesse scientifico, presentasse anche quello industriale per l'utile del paese, onde poter dare quanto prima un saggio di ciò che potesse riuscire una carta geologica in grande scala. Fra le regioni di tal genere van numerate per importanza: la zona del terziario solfifero di Sicilia, che vi alimenta tante proficue miniere e dà luogo ad un'annua esportazione di zolfo del valore di oltre a 25 milioni; l'angolo S. O. della Sardegna, il cui centro è la città d'Iglesias, dove il terreno siluriano, unico quasi in Italia, è sede dei più importanti giacimenti di piombo e di zinco, producenti pure per un annuo valore di parecchi milioni; le Alpi Apuane, prov. di Massa e Carrara, ricche dei famosi marmi, e che alimentano egualmente un importantissimo commercio; l'isola d'Elba e certe parti delle Alpi, ricche di minerali di ferro; la catena metallifera di Toscana; la zona petrolifera del Modenese ed alcune altre di minore importanza.

Ma, oltrechè i mezzi disponibili non consentivano di attaccare questi varii punti contemporaneamente, s'avea la circostanza di fatto essenziale, che la mappa regolare dell'Istituto Topografico non esisteva pronta che per la Sicilia e qualche tratto delle provincie meridionali. Oltracciò la Sicilia offriva il vantaggio di avere il centro quasi della zona solfifera in Caltanissetta, sede dell'Ufficio del Distretto minerario e della scuola di solfare, ond'è che riusciva un buono e comodo centro d'operazione.

Venne adunque determinato che si prendesse Caltanissetta come centro per irradiare poi gradatamente all'intorno. E siccome era prevedibile che la scala del 50.000 non sarebbe stata sufficientemente grande per rilevare tutte le particolarità notevoli del suolo, si procurarono agli operatori pel lavoro sul terreno degli ingrandimenti fotografici al 25.000, coi quali a stento si potè giungere ad un soddisfacente risultato.

Per le Alpi Apuane si avevano bensì alcuni studi parziali, eseguiti da geologi toscani, Savi, Meneghini, Cocchi, De Stefani, ecc., ma fatti in piccola scala, mentre la carta geologica che qui si desiderava era di ben altro genere. Perciò si fecero vive istanze al Ministero della Guerra, il quale finì per acconsentire e diede ordine che la mappa di questa zona fosse tosto rilevata ed alla scala doppia, cioè del 25.000, con curve di 5 in 5 metri. Per la regione metallifera dell'Iglesiente in Sardegna non si aveva che la nota carta del La Marmora; ma anche questa non è che una carta generica ed in piccola scala (500.000) e quindi non corrispondente allo scopo. Ma qui vi era una fortunata e speciale circostanza, quella cioè che Iglesias essendo la sede del Distretto minerario di Sardegna e della scuola di miniere ivi stabilita, è residenza di un piccolo nucleo d'ingegneri del Corpo, applicati al servizio distrettuale ed all'insegnamento, i quali potevano benissimo dedicare un certo tempo al lavoro geologico che si desiderava. Vennero adunque incaricati i detti ingegneri distrettuali di compilare anzitutto una carta topografica al 10.000 e su questa riferire poi li dati geologici dettagliati.

Un altro punto infine si offriva naturalmente come centro di lavoro ed era Roma stessa, capitale e sede dell'Uffizio geologico, di dove pertanto egli è facile ed opportuno avanzare, irradiando all'intorno, l'opera della carta. Qui pure mancava dapprima la carta in grande scala, ma in questi. ultimi tempi cominciarono a comparire i fogli dei dintorni di Roma rilevati al 25.000 con curve di 5 in 5 metri, che già si estendono ad un raggio di circa 25 chilometri, comprendendo tutto il magnifico vulcano laziale, parte della valle di Tivoli e poi tutta la bassa zona marittima di Ostia e Maccarese. Il rilevamento va ora progredendo al 50.000, riannodandosi così al rimanente della penisola.

Il 1877 e parte del 1878 vennero dunque impiegati ad eseguire coi mediocri mezzi disponibili il programma di lavori, che abbiamo di sopra descritto, e così al mese di maggio 1878 già si aveva in pronto una certa quantità di carte e studii di cui buona parte destinata a Parigi per l'esposizione.

Della zona zolfifera di Sicilia vennero rilevati quasi intieramente 7 fogli della carta al 50.000, ciò che ne costituisce la massima parte e misura un'area di oltre 5000 chilometri quadrati. Cinque dei suddetti fogli colle relative sezioni e minute di campagna al 25.000 vennero mandati a Parigi come campione del lavoro regolare della carta in grande scala.

Della regione mineraria Iglesiente in Sardegna non si potè rilevare la totalità per scarsezza di tempo, essendosi ivi dovuto consacrare molto lavoro alla parte geodetica e topografica, la quale mancava interamente. Però si fece in tempo a rilevare la parte meridionale della zona con un'area di circa 100 chilometri quadrati, parte la più interessante e che circonda la miniera demaniale di Monteponi. Il lavoro consistente in una vasta mappa al 10.000, con sezioni,

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