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sinistra, lungo almeno mille metri, dove non è nascosto dalla sabbia, con un serbatoio di 48 passi di lato. Io arguii che le due città riunite formassero la Soama che Tolomeo colloca a 36° 15' lat. nord, ossia un grado circa (= 60 miglia) troppo in giù.

Da questi poveri avanzi d'un'industria ora dimenticata, ci recammo alla spiaggia a Zibá, passando per le ruine di El Khandaki ed Umm Amil. Da Zibá c'inoltrammo verso le montagne ed il corso d'acqua El-Ghál, che scorre a breve distanza entro terra dalla via dei pellegrini, la quale costeggia qui la riva del mare. La massa oscura dei monti ha fruttato delle bellissime turchesi. Agli 8 di marzo ritornammo ad El-Muuailah passando per Gebel el-Kibrit, o collina dello zolfo ». Questa seconda escursione fornì due sacchi di turchesi greggie con tracce d'argento; ossidiana contenente del rame in grani; saggi di rame fuso e di zolfo; e salgemma dal Gebel el-Kibrit.

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La gita terminò coll'ascesa dello Sciarr, segnato con poca esattezza sulle carte idrografiche, dove mancano anche i nomi dei varii picchi: l'altezza supposta di 2740 non è che di 1830 a 1980 metri sul livello del mare. La specialità maggiore di questo monte si è che la vegetazione, invece di scemarvi come d'ordinario, col crescere dell'altezza, aumenta tanto in quantità quanto in qualità.

III.

Tornando di nuovo ad El-Muuailah, fummo contentissimi di trovarvi la nostra vecchia amica, la corvetta Sinnár, che il Khedive aveva gentilmente spedita a prendere il posto del « Mukhbir». Due giorni dopo, incominciammo l'esplorazione del Midian meridionale, il terzo, l'ultimo ed il più interessante de' nostri tre viaggi. Il primo giorno di navigazione ebbe fine al nobile porto di El-Dumaighah, situato 30 miglia al nord di El-Uigih. Il 26 di marzo gettammo l'áncora nel seno pericoloso di El-Uigih, la città più settentrionale su questa parte della costa araba.

Qui la spedizione si divise; i signori Marie e Philipin si recarono ad esplorare una terza collina sulfurea, alla distanza di 25 miglia lungo la costa. Io intanto coll'altra divisione progredii verso il sud a bordo del Sinnár, e dopo una traversata di 70 miglia scoprimmo le rovine di El-Haurá a 25° 6' lat. nord. Dopo averne esaminate le terre e le acque, retrocedemmo ad El-Uigih e trovammo che il venerabile Sceikh Afnán, capo dei Balii, aveva radunato i 58 cammelli necessari pel trasporto dei nostri effetti. Questa tribù dei Balii è di antica e nobile schiatta; emigrò dal sud prima dell'epoca di Maometto, e s'impossessò delle terre appartenenti ai Beni Tamúd o Thamuditi, allora alleati di Roma.

Il 29 di marzo movemmo da El-Uigih per l'interno. Dopo sei brevi tappe, ispezionando ed esplorando, disegnando e misurando, sbucammo sulla bella pianura cinta di monti che porta il nome di Badá ed è celebre da per tutto per le sue chiare acque e i suoi folti boschetti di palme.

Da Bada piegammo verso il sud e dopo aver visitato i campi di quarzo chiamati. El Maruát», giungemmo gli 8 di aprile sulle sponde dell'Uadi Hamz

che, come abbiamo detto, separa il confine sud del Midian meridionale da quello nord dell'Hegiáz, ed ha, secondo i Beduini, le sorgenti presso Medina, mentre la foce trovasi a 25° 55' lat. nord.

Sulla sponda meridionale dell' Uadi Hamz giacciono le rovine di un tempio detto Kasr Gureiiim Sa'id (il palazzo di Sa'id il bravo), un edifizio quadrato di alabastro bianco e variopinto, lungo e largo metri 3,80, il quale spicca meravigliosamente in mezzo alla campagna deserta e selvaggia. Di qui ci recammo verso oriente a visitare gl'immensi campi di quarzo di Abá'l Marú, ed ai 10 di aprile terminammo la nostra terza escursione facendo ritorno ad El-Uigih. Durante gli ultimi 24 giorni avevamo esplorato e descritto una lunghezza di 170 miglia. Questo Midian meridionale differisce essenzialmente dalla metà settentrionale; mentre l'ultimo estraeva i suoi minerali argentiferi e cuprei, il primo produceva oro ed argento. Oltracciò le regioni prossime all' Egitto conservano poche tracce del minatore, mentre qui troviamo infiniti luoghi dove la roccia è stata trattata accuratamente secondo le norme scientifiche. Dalla pianura di Badà riportammo saggi di pietre contenenti un granello di piombo puro per ciascuna, metallo assai raro. L'oro fu trovato nel calcedonio e nel combaciamento delle vene rosate di schisto colle pareti di quarzo. Il salnitro è da per tutto, ed abbiamo già fatto menzione più sopra d'una terza collina di zolfo.

La seconda spedizione Khediviale che sbarcò in Arabia li 19 di dicembre 1877 avea così terminato il suo compito ed ai 18 di aprile la corvetta Sinnár lasciò la costa di Midian portando indietro gli uomini ed i muli che la componevano. Durante il viaggio avevamo percorso, per terra e per mare, circa 2500 miglia, 600 delle quali furono delineate dai luogotenenti Amir e Taufik dello Stato maggiore Egiziano. Avevamo di più misurato e disegnato gli scheletri di 16 stabilimenti, grandi abbastanza per essere chiamati città, con avanzi di estese opere pubbliche; il signor Lacaze tolse dai luoghi visitati almeno 200 schizzi, disegni e fotografie, ed oltre alle 25 tonnellate di minerali per l'analisi, riportammo al Cairo degli utensili di pietra, greggi e lavorati, le monete degli antichi Midianiti mescolate colle romane e le cufiche, frammenti di rame e bronzo, vetro e stoviglie, iscrizioni Nabatane, una cassa di teschi, conchiglie del Mar rosso ed un Hortus siccus di piante alpine raccolte all'altezza di 1500 metri.

Tale negli ultimi anni del 19° secolo è la condizione del paese venerando, il cui nome è per sempre collegato con Giuseppe ei suoi fratelli, Mosè e Jethro, le peregrinazioni degli Ebrei, Gedeone e Balaam. Evidentemente esso è meno incivilito di quel che lo era al 19° secolo prima di Cristo, ma ho fede che tosto si sveglierà, come molte altre provincie han fatto, dal suo lungo sonno. Esso offre al mondo, invece di una sola, un gran numero di miniere sparse sopra una lunghezza di circa 300 miglia con una profondità interna sinora ignota, e ciò che gli antichi lavoravano così bene, certo i moderni lavoreranno molto meglio.

R. F. BURTON.

VIAGGIO DI SERPA PINTO

ATTRAVERSO L'AFRICA TRA BENGUELA E IL TRANSVAAL

(1877-1879)

Una nuova e grande conquista della scienza è venuta ad aggiungersi alle altre ottenute in questi ultimi anni nell'Africa equatoriale e meridionale: il maggior Serpa Pinto, illustre rappresentante dei cultori della geografia nel Portogallo, ha compiuto felicemente la traversata del continente africano tra la colonia portoghese di Benguela e quella inglese di Transvaal, impiegando 16 mesi di viaggio. Noi ci rallegriamo vivamente colla nazione portoghese per questo brillante successo, ed in ispecie colla Società geografica di Lisbona che diresse l'allestimento della spedizione. Noi non esitiamo a porre fin d'ora il nome del Pinto a lato a quelli di Cameron e Stanley, sia per la direzione tenuta dal viaggiatore portoghese, la quale solca in gran parte una regione completamente inesplorata, che per l'importanza dei risultati ottenuti colle osservazioni astronomiche ed i rilievi topografici.

Per ora non ci è consentito che di dare alcuni ragguagli generali sull'andamento del viaggio, gentilmente comunicatici dalla Società geografica di Lisbona e contenuti in una pregevole rivista mensile di quella capitale, oltre ad alcune indicazioni inviate da Pretoria dall'egregio geografo F. Jeppe. Noi ci affrettiamo a pubblicarle, riservandoci di ritornare coll'estensione dovuta sull'argomento, quando saranno giunte le relazioni particolareggiate dell'ardimentoso viaggiatore.

Accenniamo che la Spedizione portoghese, composta dei sigg. maggiore Alessandro de Serpa Pinto, Ermenegildo de Brito Capello e Roberto Ivens, con una scorta di 14 soldati e 57 portatori, partì il 12 novembre 1877 da Benguela e passando per le località di Dombe, Quillengues, Caconda, giunse a Bihé al principio di marzo 1878, avendo esplorata una regione di cui prima non si avevano che pochi dati racchiusi nella carta d'Angola di Sá da Bandeira, ove le posizioni assegnate a varie località furono dalla spedizione trovate differire talvolta anche di oltre 1, grado in latitudine e longitudine. Ecco le posizioni determinate in quella prima parte del viaggio dal maggiore Serpa Pinto, colle quote altimetriche relative:

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A Bihé i membri della spedizione si separarono, dirigendosi su punti diversi, per accrescere maggiormente i risultati della spedizione: Brito Capello e Roberto Ivens s'avviarono pel nord ', mentre Serpa Pinto teneva una direzione orientale, simile a un dipresso all'itinerario seguito dall'ungherese Ladislao Magyar nel 1850. Al 17 giugno si trovava a circa 12° di latitudine sud e 18° di longitudine ovest: sul viaggio proseguito da questo punto sino al Transvaal ci mancano ragguagli esatti.

Dopo un intervallo di molti mesi, nei quali nessuna notizia si era più avuta, dando luogo a non poche apprensioni, giunse in principio di marzo al ministro

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dell'interno a Lisbona l'annunzio del felice esito della spedizione del maggiore Serpa Pinto, che venne subito confermato dal seguente dispaccio inviato da Pretoria e trasmesso telegraficamente da Aden il 16 dello stesso mese dispaccio gentilmente comunicatoci dalla Società geografica portoghese.

Pretoria, via Aden, 16 marzo, 10 ant.

Al ministro della Marina a Lisbona,

Bacio le mani di S. M. il re. Mi trovo a sei giornate di distanza dall'Oceano Indiano, presso a compiere il mio viaggio dalla costa occidentale. Ho lottato colla fame e la sete, colle bestie feroci, ed i nativi, colle alluvioni e la siccità,

1 Recenti notizie, trasmesse dalla Società geografica di Lisbona, recano che i due esploratori Brito Capello e Roberto Ivens si trovavano ai 12 dicembre 1878 a Cassanghe, avendo esplorato il corso superiore del fiume Quango (Nkutu di Stauley) accingendosi a proseguirne lo studio sino alla confluenza nel Congo.

ma sono riuscito a trionfare di tutto. Gli scritti salvi; venti carte geografiche, molti piani topografici, tre volumi di calcoli, osservazioni meteorologiche, tre volumi di disegni ed un grosso diario. Ho perduta molta gente. Uno studio accurato del Zambesi superiore, settantadue cataratte e rapide, piani delle cataratte. I nativi malvagi continuamente in guerra. Il secreto del Cubango. Scrivo per la posta.

SERPA PINTO.

Una pregevole rivista economica di Lisbona, diretta dal sig. W. Allen, ci fornisce le seguenti informazioni addizionali.

Al ricevere quel telegramma, S. M. D. Luigi ed il Ministro della Marina telegrafarono al maggior Pinto, congratulandosi con lui del suo arrivo a salvamento e dell'esito trionfale della sua impresa. L'importante avvenimento fu annunciato alle due Camere e ricevuto con salve d'applausi.

Il Presidente della Società geografica, dottor Bocage, partecipò la lieta novella al Re dei Belgi, presidente dell'Associazione Africana internazionale. La Società - geografica di Lisbona ricevette le congratulazioni pel prospero evento di molti illustri stranieri ed istituti scientifici, e la richiesta nello stesso tempo d'informazioni più circostanziate, appena giungessero.

Si sono arrischiate molte opinioni e supposizioni intorno alla via seguita dall'illustre esploratore, ma, sino all'arrivo di più minuti particolari, dobbiamo contentarci del seguente importantissimo documento, il quale consiste nè più nè meno che in una lettera del maggior Serpa Pinto a Sir Teofilo Shepstone, governatore del Transvaal:

« Sciosciong (Bamanguato), 2 gennaio 1879.

« A S. E. il Governatore del Transvaal.

• Signore - Mi prendo la libertà di scriverle, quantunque non abbia l'onore di conoscerla. Capo di una delle spedizioni geografiche inviate da S. M. il re di Portogallo, varcai lo Zambesi, collo scopo di recarmi alla costa orientale, passando per le terre dei Cioculumbi, ma varii ostacoli vennero successivamente a sbarrarmi la via. Avendo perduto ogni cosa, abbandonato dai portatori, mi trovai nelle più grandi strettezze. Fu allora che mi giunse all'orecchio la fama di un missionario che era arrivato nello Zambesi superiore e risolvetti di andare a ritrovarlo. Era l'unico mezzo di salvamento. Dopo aver vissuto del prodotto della caccia durante un viaggio di 200 miglia, mi venne fatto di scoprire il missionario, sig. Francesco Coillard, un francese della missione evangelica di Sesuto (paese dei Batzuto), direttore della stazione di Lesibo. Le forze erano sul punto di abbandonarmi e fui assalito da una grave malattia, della quale guarii per miracolo. In compagnia del sig. Coillard sono giunto a questo luogo, cioè nel paese dei Mamancatos, seguito da otto dei miei uomini, i soli che mi siano rimasti fedeli.

Trovandomi privo di mezzi in queste regioni, m'accorgo che a grande stento potrò tornare in Portogallo e perciò ho deciso d'indirizzarmi a lei, annunciandole il mio arrivo alla fine di questo mese od ai principii di febbraio. In Portogallo non hanno avuto sentore di me dal 1877 e siccome è probabilissimo che

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