Billeder på siden
PDF
ePub

tanee; sentiamo come sia tutto nostro il dovere di conservare questa istituzione, somigliante all'albero, che dopo di aver messe salde e profonde radici, vuole spandersi in rami ed in foglie, e produr fiori che promettano frutti.

I frutti della nostra istituzione saranno quei lavori di molta lena, e a cui la vita nostra sarà appena bastevole, che renderanno palesi i tesori nascosti, e agevoleranno agli egregi ingegni la via ardua dell'istoria; la quale tutti sappiamo come non stia nei pochi fatti splendidi e rumorosi, ma sì nei minuti particolari, che rivelano l'intima vita d'un popolo, e servono al filosofo per le ultime deduzioni della scienza, che sono la scoperta del vero. Inventari, indici e regesti: ecco l'opera quotidiana dell'uomo che la natura e lo studio hanno chiamato a vivere negli archivi; ecco l'opera che ha molte spine e poche rose, e da cui i più, spaventati, abborriscono. Imperocchè negl'ingegni a ciò destinati vuolsi quel difficile accordo di sapere e di modestia, di passione e di temperanza, che il mondo vide un giorno nei Padri Maurini, perchè s'eran fatti di tali studi una parte della loro professione religiosa. Il che bene intese Napoleone, quando rivolto un pensiero alle biblioteche e agli archivi, domandava alla Francia de' Maurini Civili 1, poichè i Santi Maurini gli avea dispersi la rivoluzione e lui stesso.

Questi i frutti. Ma i frutti maturano adagio; e non di rado è destinata a coglierli quella generazione che vien dopo noi. Non disdirà dunque a noi raunare poche fronde, e formare dei primi fiori una modesta ghirlanda. Usciamo di metafora. Mentre gl'inventari, gl'indici e i regesti si stanno compilando; mentre vanno a ritrovare la propria lor sede tante carte, ed altri documenti si scuoprono ed altri s'illustrano; mentre la storia, per così dire, si svolge sotto le mani del paziente archivista; spesso avviene, che egli provi il bisogno d'anticipare ai dotti il beneficio d'una scoperta, e di gustare egli stesso una dolce sodisfazione.

La pubblicazione de' documenti può dunque andare di pari passo con l'ordinamento degli Archivi; quando, contenuta fra certi limiti, serva come a dare un saggio dei riposti tesori, e non ad esaurirli. Può talora aiutare l'ordinamento medesimo; quando le

1 È da consultarsi il discorso detto dal Letronne, direttore della Scuola delle Carte, il 5 maggio 1847. Vedasi la Bibliothèque de l'école des Chartes, seconda serie, tomo II, pag. 450.

origini e le vicende di una istituzione, di una magistratura siano (come spesso avviene) ravvolte nelle incertezze di una semplice tradizione poichè gli Archivi non s'ordinano senza conoscere la materia che contengono, e solo con lo studiarvi se n'intende l'ordinamento. Può anche la pubblicazione dei documenti servire a dar sentore di vita (giacchè il mondo non guarda che all'apparenze); e può finalmente tornare proficua come palestra aperta ai giovani volenterosi, che solo facendo imparano a fare. Che se una scuola, per quanto con modeste intenzioni, deve essere aperta presso la Soprintendenza, ha questa bisogno di mettere i suoi alunni ad un pubblico cimento; essendo meno dannoso che gl' ingegni producano troppo presto che troppo tardi. Noi in questo ci accostiamo volentieri all'opinione del Redi e del Mabillon, della quale Antommaria Salvini ci ha serbato memoria. « Francesco « Redi (così dice il Salvini) con ottimo accorgimento esortava gli « studiosi giovani a stampare qualche primizia de' loro ingegni, per avvezzarli a gustare intanto quella prima piccola gloria, «e farli star sulla lena dello studio: chè, come mi diceva il buono e dotto Padre Mabillon, bisogna cominciare a stampare da

[ocr errors]

giovane, che uno non ha tanti riflessi; perciocchè l'adulto, avendo tra' suoi fatto qualche capitale di credito e di riputa«zione, non vuole così avventurarla; e però l'affare dello stam« pare, tanto utile al mondo, si difficulta

1

[ocr errors]

Vorrete dunque dare alla Toscana una Scuola delle Carte? vorrete imitare col vostro Giornale la sua Biblioteca? A chi ci facesse queste interrogazioni risponderemmo francamente, che Toscana non è Francia, e che, per conseguenza, sarebbe un mal agguagliare. Noi siamo persuasi di non potere quello che altri può, come siamo convinti di poter qualcosa, senza farci imitatori d'alcuno. Che se dovessimo guardare agli esempi, la dotta Germania ce ne potrebbe offrire de' molto splendidi ; e dalla Germania confessiamo d'avere avuto il primo eccitamento. Quando la istituzione di cui ora gode la Toscana era un semplice desiderio, e noi vivevamo pieni nondimeno di una fiducia che il tempo ha giustificata, conferimmo col dotto Böhmer più volte, e ne traemmo delle utili cognizioni. E fra i suggerimenti del Böhmer era pur quello di un Giornale. « Le journal historique pour la Toscane (così egli ci

A. M. Salvini, nelle annotazioni alla Fiera del Buonarroti, pag. 468.

a scriveva nel giugno del 1850) ne portera nullement atteinte à « l'estimable Archivio Storico Italiano. En premier lieu, il ne trai"tera que de l'histoire de la Toscane; en second lieu, il sera exclu"sivement voué au rischiaramento, c'est-à-dire à la recherche des «sources, à leur critique, à leur pondération. Nous avons trop de journaux de ce genre en Allemagne : la France a le Bulletin de l'École des Chartes, et d'autres dans les provinces: << l'Italie n'en a aucun. Quels fruits un tel journal pourrait porter dans ce pays si riche en souvenirs et peuplé d'hommes de ta"lents! Sans doute l'Italie possède aussi des choses pareilles, mais dispersées dans les actes des Académies, que je ne connais « pas, et qui ne peuvent produire l'effet qu'ils pourront avoir, « réunis dans un même recueil où ils ne seront pas confondus avec des sujets étrangers. Ce journal pourra aussi s'occuper de << la partie la plus ancienne de la langue Italienne, à laquelle on «< n'a pas encore, si je ne me trompe, voué les soins paléographi<ques et philologues nécessaires ».

Al Böhmer dunque ci confessiamo debitori di un primo eccitamento; e seguendo il suo consiglio, ordinammo in modo il nostro Giornale, da non impedire quella pubblicazione che il benemerito Giampietro Vieusseux, con gran vantaggio degli studi ed onore della Toscana, ha da molti anni intrapresa, e a cui meritamente il Governo ha sempre concesso il suo patrocinio. L'Archivio Storico guarda all'Italia; e quantunque metta in luce dei documenti, prende in singolar modo a trattare la storia come una scienza che a tutti gli studi s'ammoglia. Noi abbiamo dinanzi un campo più angusto, qual'è la Toscana; ma dove tanto ancora rimane da scavare e da costruire. Perchè quando diciamo storia Toscana, e anche puramente Fiorentina, vi comprendiamo, se bene si pensa, le più belle istituzioni politiche del medio evo; i più splendidi monumenti inalzati dalle Arti a gloria di Dio e a decoro della patria; la più ricca letteratura d'Italia, la lingua più armoniosa del mondo.

E a tutti questi obietti son rivolte le nostre fatiche: modeste fatiche, perchè sentiamo quali siano le nostre forze, e sappiamo quanto poco di tempo ci avanzi dopo l'adempimento dei nostri primi doveri. Raccogliamo i documenti che, sebbene spicciolati, possono aumentare il patrimonio della storia di qualche utile cognizione: i documenti che danno lume a meglio conoscere gli ordini

interni delle Repubbliche toscane, e le loro esterne relazioni: i documenti del principato Mediceo, il quale non ebbe ancora uno storico che in degna guisa continuasse le narrazioni del Machiavelli e del Varchi i documenti, infine, che possono dichiarare le origini di questa lingua, che ha naturalmente impresso le prime e incerte sue orme nelle carte private e nelle scritture popolane. Son questi i servigi che intendiamo di rendere agli studi: le dissertazioni ambiziose, le facili erudizioni non fanno per noi: a noi giova tenerci all'esempio del Muratori, che poche parole usò di premettere alle cronache che veniva pubblicando; accortosi che la primaria importanza sta nei documenti, i quali, per parlare a chi sa intenderli, non hanno mestieri d'interpreti '. Daremo una Cronaca degli Archivi, dove guarderemo molto alle cose nostre, senza trascurare le straniere. E primieramente vi noteremo i servigi che questa istituzione toscana ha reso ed è per rendere agli studi; le carte recuperate dalla liberalità del Governo, o dalla generosità dei cittadini donate; i documenti tratti dagli archivi nostri, e che di mano in mano si pubblicheranno dovunque; e, come il tempo ce lo conceda, anderemo spigolando le pubblicazioni di documenti che massimo da un secolo a questa parte si sono fatte, e che per essere oggimai dimenticate, riescono di poco o niun profitto ai nuovi investigatori. Di più faremo, se potremo: ma il poco promettere ci pare un buon principio per molto attenere.

1 Anche il Böhmer ci raccomandava : « Il faudra être sur ses gardes de n'y laisser passer que de petites dissertations ».

[merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][ocr errors][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][ocr errors][merged small][merged small]
« ForrigeFortsæt »