Billeder på siden
PDF
ePub

ci basti riflettere a quelle leggi della natura, che noi già abbiamo anteriormente indicate e descritte, e di cui alcuno non può ignorar l'esistenza. Per appagare l'eccesso dei desiderj del cuore umano si rende indubitatamente necessaria la società, la quale si rende necessaria altresì per soddisfare a quel sentimento soavissimo che ad essa c' invita colle attrattive del piacere. Questo sentimento incomincia a spiegar la sua forza nello stato di famiglia, ch'è il primo passo che fa l'uomo isolato verso la società.

La brama di propagare la propria specie, che ha il principio nella conformazione de' nostri organi, produce la vicendevole inclinazion dei due sessi. L'incontentabilità de' nostri desiderj, che sempre anela alla perfezione, fa che questa inclinazione che non è che un puro bisogno nei bruti si elevi

senza avere i bisogni dell'umanità. A ciò si può aggiungere l'ottavo principio di Vico, il quale dalla longinquità e diuturnità dello stato sociale ne argomenta ch' esso sia nelle intenzioni della natura, dicendo che le cose fuori del loro stato naturale nè vi si adagiano, nè vi durano.

nell' uomo alla qualità di affezione morale. Si ama di convivere con quella persona, cui si è data la preferenza per concorrere insieme all' accennato fine della natura. Si ama di facilitarsi l'un l'altro a vicenda il godimento de' beni, si ama di procacciarsi scambievolmente l'alleviamento de' mali inseparabili dall' umana condizione. Nascono i figli da quest' unique, e la natura eccita i genitori a nudrirli. Ma l'infanzia dell' uomo dura assai più di quella d'ogni altro animale, e scorrono gli anni e gli anni avanti ch' egli, abil divenga ad acquistarsi da se medesimo il necessario alimento, ond' è in conseguenza costretto a vivere per lungo tempo co' suoi genitori. L'abitudine di couvivere insieme fa che quel nodo ch'era prima di semplice necessità si cangi in nodo d'amore, ed ecco la società bella e formata fra gl' individui di una famiglia (1). Cre

3

[ocr errors]
[ocr errors]

(1) L'argomento tratto dalla formazione delle famiglie è il più ovvio, il più sensibile di qualunque altre per provare la sociabilità, e per essere tale appunto Montesquieu lo ha posto in bocca al Persiano Usbeck, il quale nè per educazione, nè per costume

scono i figli e si disgiungono poi per andare a piantar nuove famiglie, le quali si uniscono ad altre famiglie ancora coi maritaggi. Ecco pertanto la società d'individui cangiata in società di famiglie.

In questa guisa appunto sorse e si accrebbe fra le varie nazioni la società, e i popoli che furono ritrovati pochi passi distanti dallo stato della natura si governa

poteva essere troppo avvezzo alle metafisiche sottigliezze: Je n'ai jamais ouï parler (dic' egli, Lettera XCIV) du droit public, qu'on n'ait commencé par rechercher soigneusement quelle est l'origine des sociétés. Si les hommes n'en formaient point, s'ils se quittaient et se fuyaient les uns les autres, il faudrait en demander la raison et chercher pourquoi ils se tiennent séparés: Mais ils naissent tous lies les uns aux autres; un fils est né auprès de son père, et il s'y tient. Voilà la société et la cause de la société. Prima di Montesquieu, Cicerone lasciò scritta quasi la stessa proposizione negli eccellenti precetti di morale a Marco suo figlio: Eademque natura vi rationis hominem conciliat homini et ad orationis et ad vitae societatem; ingeneratque in primis praecipuum quemdam amorem in eos, qui procreati sunt, etc. Cic. de Offic. Lib. I.

vano a foggia di grandi famiglie. L'impero paterno era la sola autorità riconosciuta fra essi, e lo spirito di consanguinità_rinforzava ivi lo spirito di società e ne stringea i nodi. Così vivevano gli antichi Sciti, che furono il seminario di tante altre nazioni, e così vivono anche al dì d'oggi i selvaggi dell' America Settentrionale.

Apparisce dunque dalla sola istoria dell' uomo, che la legge di società è una derivazione immediata dalle primarie leggi della natura. Ma ciò non basta. Io voglio dimostrarvi altresì che i massimi nostri piaceri sgorgano essi pure da questa istessa sorgente.

S. III.

Nell'esercizio delle affezioni sociali ritrovano gli uomini i massimi loro piaceri.

Tutti i piaceri, de' quali è suscettibile l'umanità, si distinguono comunemente in piaceri del corpo e in piaceri dello spirito.

Non v' ha forse alcuno che disconvenga, che le soddisfazioni dello spirito non sieno

preferibili ai piaceri corporei (1). La superiorità degl' intellettuali diletti si rende tutto giorno sensibile a quelle anime privilegiate,

(1) Conviene eccettuare da questo comune consenso alcuni filosofi de' nostri dì, i quali non solo contendono ai piaceri dello spirito la superiorità, ma ad essi invidiano ancor l'esistenza. Ragionatori imparziali, prima di attribuir tutto alla materia (o per valermi di un termine sparso di filosofica luce moderna), alla sensibilità fisica, analizzate con esattezza l'amore, l'amicizia, l'amor paterno, l'amor filiale, l'amor della patria, l'amor del vero nelle scienze, l'amor del bello nelle arti ec. Se fatia la sottrazione delle quantità relative ai sensi rimane ancora qualche termine incognito, confessate di buona fede che lo spirito per se medesimo ha parte eziandio ne' nostri diletti. Non basta dir con Elvezio parlando dell' amicizia aimer c'est avoir un besoin; fa d'uopo provare che questo è un bisogno de' sensi e non un bisogno dell' anima, e fa d'uopo provarlo esaminando tutto il genere umano, e non prendendo il proprio cuore corrotto per regola dell'universo. In questo caso non è difficile di dicifrare l'enigma. Noi sappiamo da Marmontel panegirista d'Elvezio, ch'egli amò appassionatamente le donne, ma di un amor sensuale; che nell' esercizio dell' amicizia egli abbondava più di formalità che di tenerezza. Con queste

« ForrigeFortsæt »