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qui un cenno, non tanto per la speranza di gettare con esse qualche luce sull'origine di quella, di cui ora discorro, quanto per significare tutto ciò che osservai in argomento.

1.° Sotto la pleura viscerale d'un polmone d'adulto ho riscontrato una ciste della grossezza d'una nocciuola, contenente umore colloideo. La sua interna superficie presentava interrottamente dell'epitelio pavimentoso (Prep. N. 37. Alter. degli org. della respirazione).

2.° Verso la superficie della parte mediana del lobo superiore di un polmone d'adulto osservai una ciste della grossezza d'una ciliegia, contenente siero. La sua parete era formata di tessuto fibroso con fibre elastiche, sparso di macchie nerognole per pimmento del sangue stravasato. Internamente era ricoperta da uno strato di cellule epiteliali, più tondeggianti che pavimentose-nucleate. Il polmone non presentava altra abnormità (Prep. N. 38. Alteraz. degli org. della respirazione).

Or bene, a spiegare cosiffatte cisti semplici, io posso credere, che qualche vescicola polmonale, o un gruppo di simili vescicole in un tempo più o meno lontano dalla nascita, per raccolta di muco a poco a poco siansi distese, e con la successiva atrofia delle tramezze (nel secondo caso) abbia avuto principio una ciste autonoma. Rispetto alla ciste sierosa, in particolare, potrebbesi pure ammettere, che, come nel tessuto cellulare sottocutaneo si formano dei piccoli spazi contenenti siero per atrofia o scioglimento del medesimo, con successiva produzione d'epitelio sulla loro interna superficie; lo stesso processo possa avvenire nello stroma fondamentale connettivo del polmone con formazione di una ciste.

Chi d'una tale spiegazione non fosse persuaso, potrebbe ricorrere ancora ad un'aberrazione del primo svolgimento del polmone. Questo nell'embrione umano ha principio da un tubo, che nell'interno è epiteliale, all'esterno ha un rivestimento fibroso. Ora potrebbe avvenire, che nello svolgimento del tubo epiteliale si formi una dilatazione ampolliforme, donde il germe, il principio d'una ciste nella vita estrauterina. O potrebbe anche succedere, che una o parecchie vescicole glandolari primitive del polmone rudimentale si distendano e si trasmutino in ciste rivestita di quell' epitelico, che vi si deve produrre nelle normali condizioni.

Tutto ciò ben si comprende, e può darci plausibile spiegazione delle due piccole cisti, che ho riscontrato nei polmoni. Ma i peli, le glandole sebacee rinvenute nella grossa ciste composta, di cui è ora discorso, come si possono spiegare su questo fondamento? Chi non volesse cre

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dere, che per una pervertita energia vitale di quelle cisti semplici, in qualsiasi degli indicati modi originate, le suddette produzioni abbiano avuto luogo (nè si potrebbe ragionevolmente rifiutare ad ammettere, che per una modificazione di struttura della parete fibrosa siansi sviluppate le lamine ossee in essa riscontrate); chi, ripeto, ciò non credesse, dovrebbe ricorrere ad ipotesi desunte da condizioni fetali o da aberrazioni dello svolgimento dell'embrione. Fra queste ipotesi potrebbe nella mente balenare quella, che un ovolo non fecondato sia penetrato dentro un altro che fu fecondato dal tocco di cellule spermatozoidee; e mentre questo si svolgeva in un essere conforme alla propria specie, il primo nella vita estrauterina si sia svolto in ciste con peli ed ossa, quali talvolta pure osservansi nelle cisti delle ovaje, per un resto d'energia vitale, che esse ritraggono dall'organo generatore, l'ovolo di Graaf.

Taluno potrà anche pensare, che la ciste in discorso riconosca il suo principio da un minuzzolo del foglietto epiteliale dell'embrione, per avventura aberrato nel tessuto rudimentale del polmone. Per l'energia vitale di quel frammento di tessuto, che nel suo posto e nelle normali condizioni si sarebbe svolto in cute, si vorrà spiegare l'origine dei peli e delle glandole sebacee nella ciste.

Io voglio concedere, che alcune cisti del corpo umano abbiano un punto di partenza da abnormi condizioni fetali; ma la mia credenza non arriva al punto di ammettere come plausibili le due indicate ipotesi. Credo, ed ho dimostrato con fatti, che le cisti meliceridi dei chirurghi (cisti a contenuto colloideo) al di sotto del mento hanno principio da lobuli aberranti o soprannumerari della glandola tiroidea. Tengo ancora che talune cisti all'intorno dei legamenti larghi possano svolgersi dall'estremità della tuba trasmutata in una vescicola sierosa per errore di prima formazione. Potrebbe essere pure, che delle cisti dermoidee della cute, fornite di peli e di follicoli cutanei, abbiano origine da un punto introflesso dell'involucro cutaneo nel momento della sua formazione. Ma non so persuadermi, che la ciste pelosa in argomento abbia a considerarsi come un eccesso di formazione del mesoderma, onde origina il polmone, o come l'effetto d'un traviato germe fetale di natura epidermoidale.

Si vorrà trovare una difficoltà ad ammettere lo sviluppo della descritta grossa ciste del polmone indipendentemente da un germe epiteliale, ivi in qualsiasi modo arrivato, per la ragione dei peli e dei follicoli cutanei, onde essa era fornita. Ma noto per converso, che questi organi dovevano pure formarsi per una produzione spontanea

anche in quei germi fetali. Si badi ancora che taluno (il Buzzi a Berlino) trovava, non ha guari, un colesteatoma cerebrale con peli finissimi tra lamine di colesterina, dei quali peli non seppe ravvisare i bulbi (1).

In oltre, facendo una tale concessione dei germi epidermoidali rudimentali aberranti per spiegare la ciste dermoidea del polmone in argomento, converrebbe farne di simili per dare la ragione d'altre somiglianti produzioni in organi differenti. Per non citare che i casi più antichi e conosciuti, ricordo d'una ciste contenente peli ed adipe, che Morgagni riscontrava nella dura madre d'un feto morto nell'utero materno (2). Di questo fatto vedesi uno simile nel preparato esistente nel museo dell'ospedale di S. Giorgio a Londra, dove sull'interna superficie della dura madre del cervello di ragazzo di due anni e mezzo si vede una massa di materia adiposa con lunghi peli. Alcun che di connesso con tali fatti è quello pure della materia alba, friabilis, fere sebacea, da Palletta riscontrata nel seno falciforme della dura madre d'un cadavere. Ricordo infine il caso di Ruysch, nel quale sulle pareti dello stomaco d'adulto era una ciste contenente peli, ossa e denti (3).

Non ho rammentato tanti casi, che si conoscono di cisti delle ovaje o dei loro contorni, contenenti produzioni di tessuti ancora più composti (mascelle con denti negli alveoli, moltissimi denti sparsi nella sostanza adiposa insieme con lunghi capelli), perchè riguardo a queste non pare aversi difficoltà a crederle originate per un' attività della ciste stessa, quale sforzo formativo dell'ovolo di Graaf, da cui essa ebbe principio.

SPIEGAZIONE DELLE FIGURE.

Fig. 1. di grandezza reale. Rappresenta i due tuorli d'uovo di gallina riuniti per una parte della loro elissi a, le cicatricole di ciascun tuorlo. Fig. 2. Rappresenta un piccolissimo rene soprannumerario di vitello, a grandezza reale. In a vedesi un piccolissimo bacinetto.

Fig. 3. Rappresenta la ciste pelosa del polmone destro (a), ad 1, della reale grandezza.

(1) Mittheil. aus der dermat. Klinik zu Berlin. Heft 5. 1888.

(2) Epist. anat. 20. C. 58, pag. 396.

(3) Advers. anat. vol. 2. Dec. 3.

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anche in quei germi fetali. Si badi ancora che taluno (il Buzzi a Berlino) trovava, non ha guari, un colesteatoma cerebrale con peli finissimi tra lamine di colesterina, dei quali peli non seppe ravvisare i bulbi (1). In oltre, facendo una tale concessione dei germi epidermoidali rudimentali aberranti per spiegare la ciste dermoidea del polmone in argomento, converrebbe farne di simili per dare la ragione d'altre somiglianti produzioni in organi differenti. Per non citare che i casi più antichi e conosciuti, ricordo d'una ciste contenente peli ed adipe, che Morgagni riscontrava nella dura madre d'un feto morto nell'utero materno (2). Di questo fatto vedesi uno simile nel preparato esistente nel museo dell'ospedale di S. Giorgio a Londra, dove sull'interna superficie della dura madre del cervello di ragazzo di due anni e mezzo si vede una massa di materia adiposa con lunghi peli. Alcun che di connesso con tali fatti è quello pure della materia alba, friabilis, fere sebacea, da Palletta riscontrata nel seno falciforme della dura madre d'un cadavere. Ricordo infine il caso di Ruysch, nel quale sulle pareti dello stomaco d'adulto era una ciste contenente peli, ossa e denti (3).

Non ho rammentato tanti casi, che si conoscono di cisti delle ovaje o dei loro contorni, contenenti produzioni di tessuti ancora più composti (mascelle con denti negli alveoli, moltissimi denti sparsi nella sostanza adiposa insieme con lunghi capelli), perchè riguardo a queste non pare aversi difficoltà a crederle originate per un'attività della ciste stessa, quale sforzo formativo dell'ovolo di Graaf, da cui essa ebbe principio.

SPIEGAZIONE DELLE FIGURE.

Fig. 1. di grandezza reale. Rappresenta i due tuorli d'uovo di gallina riuniti per una parte della loro elissi a, le cicatricole di ciascun tuorlo. Fig. 2. Rappresenta un piccolissimo rene soprannumerario di vitello, a gran dezza reale. In a vedesi un piccolissimo bacinetto.

Fig. 3. Rappresenta la ciste pelosa del polmone destro (a), ad / della reale grandezza.

(1) Mittheil. aus der dermat. Klinik zu Berlin. Heft 5. 1888.

(2) Epist. anat. 20. C. 58, pag. 396.

(3) Advers. anat. vol. 2. Dec. 3.

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