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III.

NORME DI VIRTÙ.

1. Sapientia prima stultitia caruisse: i pregi dell'astinenza non son cosa da poco.

2. Quella parte di virtù che consiste nel non fare, non è la più facile.

3. Virtù che par negativa, vi frutterà molte utilità positive, e molte virtù positive ecciterà.

4. Non nel reprimere il moto del pensiero o dell'amore è riposta la virtù: ma nel reggerlo in alto. 5. Taluni allo spegnere del lume si destano: e' sentono la luce a occhi chiusi e nel sonno. Così dovrebb' essere l'amore del bene e del bello; anco ne' riposi dell' anima sentire il difetto; e il difetto destarlo a guardia più fedele.

6. Sollecitudine vince velocità: agilità vince forza.

7. La virtù è sempre desta, e sempre tranquilla: il vizio ha convulsioni, poi letargo e sogni affannosi; e si crede di vegliare perchè sogna.

8. L'ordine è l'unica via che ci accosti felicità sulla terra.

9. L'uom senza metodo è infelice, perchè, fatto irregolare il periodo delle esterne impressioni, le azioni stesse diventano sregolate.

10. Non tanto le forze dell' animo, non tanto la solidità de' principii, quanto l'abitudine fa parere, ed essere veramente, fermo l'animo nostro.

11. Non vi fate servo d'abitudine esteriore nessuna, per buona che sia. L'abitudine è come una promessa che voi fate ad altri e a voi stesso; e non siete sicuro di sempre poterla adempire. Intanto chi ha ricevuta la promessa, n' attende l'eseguimento: e chi attende, pretende.

12. La varietà delle stagioni s'avvicenda a si breve intervallo, per abituare l'uomo a rompere la soverchia uniformità della vita; per accrescere, coll'attenzione e con gl' incomodi, i piaceri di lui. 13. Il dovere non s'adempie se non facendo più del dovere.

14. Difficile sentir grida intorno, e seguitare senza turbazione la serie de' propri pensieri: più difficile ne' tumulti di fuori mantenere imperturbato e condurre sempre innanzi l'affetto: e pur nell'atto del non dar retta alle grida, non le disprezzare.

15. Ascoltate i pensieri, i presentimenti della notte, perchè in quella pace, come sommesso rumore lontano, si fa la coscienza sentire.

16. Ne' tempi corrotti, a fare il bene debbono i buoni usar più cautele che i mali a commettere il male.

17. Que' che insegnano la virtù con precetti, sono come que' Veneziani che a chi domanda la via, rispondono: sempre diritto. Sempre diritto: ma si svolta a ogni dodici passi. A conoscere tale dirittura ci vuole una guida.

IV.

AGEVOLEZZE DELLA VIRTÙ,

1. Ciascun uomo ha modi d'essere virtuoso. A chi mel negasse io risponderei: questo avviso che da me ti viene, può, se tu 'l voglia, esser mezzo possente.

2. Tutte le virtù consistono nel rinunziare a una parte dell'amor proprio. Gli è vero che questa rinunzia torna alla fine in vantaggio; ma la virtù sta appunto nell' anteporre, per amor di Dio, la speranza e l'imaginazione dell' avvenire al desiderio e alla tentazion del presente.

3. La virtù filosofica è palagio senza scale. La religione e addita altezze maggiori, ed offre al salire più agevoli vie.

4. Quantunque il bene paja costare più sforzo, ciò nondimeno il pensiero del male non può durare tanto intenso e continovo quanto quello del bene.

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5. Simulare la virtù è più difficile ch' esercitarla.

6. Le virtù son più feconde delle passioni: una vera virtù trae con sè tutte l'altre; una sola passione non può mai trarle tutte.

7. I mali l'uno all' altro detraggono; i beni l'un per l'altro si moltiplicano: legge d' Iddio pietoso.

8. Fortezza posta lungo un terrente, n'è meglio difesa: campagna lungo un torrente, è in pericolo. Per trarre profitto da ogni cosa, bisogna sapersi

collocar bene in alto: per ricevere rinforzi da ogni parte, conviene esser forte.

9. Il virtuoso di tutto approfitta; gli è il vero padrone degli uomini e delle cose.

10. Trarre dal male il bene è prova di forza. 11. Mai la virtù nuoce all' uomo; gli nuoce o la imprudenza propria o l'imperfezione del bene. 12. La temperanza è cagione ed effetto di forza. 13. Nel molto negare a sè stesso, è molto godere. 14. L'esempio del bene è premio del bene. Premio a chi lo dà; premio a chi lo contempla, che non lo contemplerebbe se degno di ciò in qualche parte non fosse.

15. Bello è un raggio di sole cadente attraverso alla pula dell' aja. Tale la vecchiezza dell' uomo che visse fruttuosa la vita.

V.

DELL' IMPERFETTA VIRTÙ.

1. L'esperienza del fare il bene, non sempre insegna fuggire il male.

2. Gli uomini fanno del male più che non credono; le donne del bene più che non dicono.

3. Le passioni di cui più ci vantiamo esenti, son quelle o che più sentiamo o che più corriam risico di sentire.

4. Chi troppo severamente intende a compiere certi doveri, n'omette altri; e d'ometterli si crede

quasi in diritto; e per soverchia bontà divien reo. Costoro in una parte rigidi, in altra indulgenti, sono agli altri ingiustamente severi; e si credono in debito di forzare altrui all' adempimento del dovere ; e fanno della virtù un aguzzino, e della vita una carcere. L'uomo all'incontro che, in sè raccolto, pon mente a tutti insieme i doveri proprii, e all'ordine loro; non ha nè voglia nè tempo d'essere intollerante e importuno.

5. Diffidate del bene: ch'è maschera talvolta di male, dico in voi stessi.

6. Le piccole virtù son mezzane talvolta a grandi difetti.

7. Quando vedete un uomo conservare il suo difetto in tutte le condizioni della vita privata e pubblica, compatitelo. L'educazione, l'abitudine, il temperamento, qualche disgrazia, qualche buona qualità dell' animo suo, posson esserne la cagione.

8. L'uomo. grande, se la virtù nol sostenta, in molti passi della vita è più misero e inesperto del comune degli uomini.

9. L'uomo è ora uccello che vola sul verde altissimo, ora serpente che striscia.

10. Egli è quasi fatale all' uomo che le parole gli sieno discordi dall'opere. Quale sarà così santo che possa tutto adempir quanto crede? Quale così depravato che esaltare quant' opera?

11. Non ogni discordanza tra l'opera e le parole può dirsi ipocrisía: chè tutti a questo modo gli uomini sarebbero ipocriti. Ma chi si pretende

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