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incolpabile, quegli è ipocrita, o bacchettone od ateo che sia.

12. Se il più degli uomini non esercita la vera virtù, vuolsi dunque un continuo miracolo di Provvidenza per conservarne al mondo l'idea.

VI.

DEL GIUDICAR LA VIRTÙ.

1. Per fare il moralista con garbo convien trarre la norma de' mali altrui e de' rimedii da' proprii difetti.

2. Uom difettoso conta i difetti che non ha: è più severo di chi non ha punto difetti.

3. Certi linfatici stimano sè virtuosi; e hanno tutti i difetti che sono conciliabili con la freddezza e la codardía.

4. Taluni tanto più detestano il colpevole quanto, meno odian la colpa.

5. Taluno intenderebbe correggere i vostri difetti dandovi i proprii.

6. L'uomo che si tiene incolpabile, e ficca gli occhi spiatori negli occhi dell'incolpato, e si crede confonderlo, e ne gode; è uomo men puro di quel ch'e' si tenga. Non ha nè il pudore nè la compassione, che sono i compagni fidi della vera virtù.

7. Gli sguardi di certi zelanti impostori vorrebbero trovare il male che cercano; e nol trovano, ne stizziscono: e così lo creano.

8. Nello zelo è sovente più orgoglio che amore. 9. Il falso zelo aborre, il falso sapere disprezza. 10. Se chi v' ascolta intende le parole vostre alla prima nel senso men buono; sarà anima virtuosa, ma di virtù nè umile ned amante.

11. L'essere franteso è inconveniente inevitabile in questo mondo di sbadati, o di maligni, 0 di sciocchi. E chi dell' essere franteso più si duole, quegli ha meno ragion di dolersi.

12. Risparmiare alle anime deboli un giudizio temerario, è delle opere di carità più elette che l'uom possa fare. Perchè da' giudizi temerarii escono que' tanti pregiudizi crudeli che appestano il mondo.

13. Maravigliarsi del fallo commesso da altrui, crederlo quasi incredibile anche dopo accertatisene, è prova d'anima affettuosa, dignitosa, gentile.

14. Con quell'accorgimento che le anime abiette denigrano gli atti generosi, voi dovete scusare gli atti men degni. Dovete usare la medesima loro norma in contrario.

15. Cercate negli uomini non tanto que❜lati in cui somigliano a voi od agli altri, quanto quelli in cui differiscono: e apprenderete a rispettare altrui, a rinnovellare voi stesso.

16. Qualche parte, qualche germé di merito, in ogni uomo, quantunque disprezzabile, è sempre. La virtù vera, cioè modesta, sa scoprirlo, e sa trovar parole da esprimerlo.

17. S'avete a dedurre norme generali, deducetele da buoni esempi, non mai da' cattivi. Se v'ingannate, sarà nobile almeno l'inganno.

I.

CORSO DELLE PASSIONI.

1.

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cuore umano è per lo più dai filosofi considerato troppo in astratto, e non messo alla prova con la varietà delle cose, in certe, a dir quasi, posture particolari. E perciò forse un trattato profondo delle passionï, sgombro di teoríe inutili, ancor non uscì; e pure questo trattato ha si stretto legame colla scienza della vita civile!

2. Le passioni sono un'escrescenza della virtù. 3. Dagli affetti soffocati, anzichè governati, nascono le passioni.

4. Badate che nel correggere il difetto dell' uomo non istrappiate la buona qualità che gli è accosto.

5. Una facoltà dell'anima soggiogata dalla passione, arma l'uomo contro sè stesso.

6. La gioventù dell'anima è come la primavera: or piovosa e fredda or ardente; non sai quando incominci, nè quando finisca.

7. Certe passioni paiono nascenti, e ruggono ; altre paiono prepotenti, e sono decrepite.

8. La passione è com'acqua, che più si dilata e più perde del fondo.

l'altr' uomo. E, s'e' s' inganna, almeno l'inganno è men doloroso e men reo.

16. Nella medesima terra, nella medesima casa fate pochi passi, e. vedrete il sole oriente ovi priverete della vista sua. La luce del vero e del bello ci è sempre vicina: costa più sottrarsele che-gioirne.

17. Anco alla morale si può applicar l'arimmetica: ma quel che falsifica calcoli táli, gli è l'ap-' plicarli a certe cose e non a cert' altre; gli è il tralasciare alcuni importanti elementi del calcolo.

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18. L'ampia pianura è tutt' uguale prospetto. Senza salire, l'uomo non domina con lo sguardo le cose.

19. Più s'alzerà l'umano pensiero, e più cre'sceranno i pericoli e i meriti dell' umana volontà. La quale, cadendo da maggiore altezza, trarrà più dannosa ruina.

II.

CONDIZIONI DELLA VIRTÙ.

1. All' anime nobili la perfezione è dovere; alle basse il dovere è un soprappiù, come cosa di lusso. 2. Nella severità della virtù vera, così come della vera bellezza, è non so che liberale, magnifico ed elegante, che n è nei disordini dell' affetto, nè in que' dell' ingegno.

3. Non v'è educazione, per gentile che sia, la quale insegni a evitare le inconvenienze che la

passione consiglia. Gentilezza senza virtù è menzogna, a tutti i momenti smentita.

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4. La virtù sgarbata non è della vera. Quella è più vera virtù ch'ha più grazia negli atti suoi. Sommo bene è somma bellezza.

5. Conviene alcuna volta rimettere della manifestazione esteriore della virtù per serbarne vie più potente l'intimo spirito.

6. Non basta conoscere e amare il vero ed il giusto; conviene saperlo dire e operare: chi non pecca nell' intenzione, può peccare ne' modi.

7. Quand' anche il saggio potesse (e non può) tenersi in tutto fuor degli esempi del comune degli uomini, non dovrebbe tenersene, per non far-credere altrui cosa quasi impossibile la virtù.

8. Virtù non disinvolta, è odiata e sprezzata dal mondo; disinvolta, è calunniata o invidiata.

9. L'esagerazione è tanto comune nel mondo, che la verà virtù e il vero ingegno che non n'usino, paion sospetti.

10. Disonesto avevano gli antichi in senso d'eccessivo, perchè nell' eccesso è sempre del male.

11. Come un lume che fa troppa fiaccola, fa poi troppa moccolaia, così tutti gli sforzi del corpo e dell' ingegno e dell' animo.

12. C'è varii modi di fare il bene: chi ve ne impone un solo, è od impostore o imbecille o matto; sovente un miscuglio de' tre.

13. Chi giova a sola un' anima, giova a di molte. Come, egli non sa: lo sa Dio.

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