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ED OSSERVAZIONI E NOTE ALLA PIENA INTELLIGENZA

DE' PASSI OSCURI E DIFFICILI

VOLUME PRIMO.

NAPOLI
Stamperia di Gabriele Argenio
Sırada Trinità Maggiore n. 7.

1853.

A2 1853

Vol

Henning

TV u Brandenser

L'EDITORE

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Aulo Gellio chiamò Catullo il più elegante di tutti i poeti (1); ed Ovidio e Marziale un' egual gloria concedettero a Mantova ed a Verona, poihè quella fu la patria di Virgilio , e questa di Catullo (2). Non ha certamente senso per la poesia chi rapir non si sente dal suo stile , e dalle zrazie più care del latino idioma, che in alquani de' suoi componimenti si incontrano. Peccato , clama il marchese Maffei :(3) , che non ci sian iunti tutti, ma in parte solamente, e questi anora deformati e laceri, talchè ne' luoghi mancan| più versi abbiam nelle stampe suppliti per al. ra mano ! E peccato ancora che la gioventù e

dissolutezza dei tempi il traessero talvolta a cherzi dell'ultima oscenità !

Loderemo l'amore della patria, ma non quello ella verità nel conte Giovio, il quale ha annoverato atullo tra gl' Illustri Comaschi, accennando che on mancherebbero argomenti a provarlo. Cajo Va(1) Catullus elegantissimus omnium poetarum.

Gel., Noct. Att., lib. VII, cap. 20. (2) Mantua Virgilio gaudet, Verona Catullo.

Ovidius, Amor, lib. III, el. 15.
Tantum magna suo debet Verona Catullo,
Quantum parva suo Mantua Virgilio.

Martialis, lib. XIV, epigr. 195. (3) Verona Illustrata. Parte II, che contiene l'Istoa letteraria , o sia la Notizia degli Scrillori Veroisi.

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4 lerio Catullo nacque in Verona, come dice il Cronico Eusebiano e non in Sarmione , lodato dai suoi versi. Anche de' moderni poeti, dice il Maffei, abbiamo versi sopra i foro luoghi di campagna , con espressioni somiglianti a quelle di Catullo sopra Sarmione, e non per questo fur di que'luoghi nativi. Apparisce ancora da' suoi componimenti non essere già stato suor di città l'ordinario sog. giorno suo; e quando richiese l'amico Cecilio di venirlo a vedere da Como, non gli scrisse di venire a Sarmione, ma a Verona: Veronam veniat.

Catullo fu contemporaneo di Lucrezio, e si computa che morisse poco men di cinquant'anni avanti sa nascita del Salvatore. Egli appartenne alla illustre gente Valeria, ed in Roma era ammesso alla mensa di Cesare. Andò in Bitinia nella Coorte, o nella Comitiva di Memmio pretore; ma lungi dal l'adunar ricchezze, scherza sopra il suo borsellino pieno di tele di ragno , ed afferma di aver poco guadagnato in provincia. Ma il Maffei lo crede for nito di oneste facoltà , mentre sua fu la penisola di Sarmione nel lago di Garda , ed in essa pare che avesse una sontuosa ed amena villa , di cui somma'mente si compiaceva ; anzi le reliquie di

a romano edifizio, che ancora vi si scorgono, e che si son sempre credute un avanzo della casa di Catullo, sembrano indicare che quivi sorgesse un fabbrica non ordinaria, ma di grande magnificen za. Che il padre suo fosse dovizioso, e di como de abitazioni fornito si manifesta da ciò , che egli albergava Cesare quando andava in quelle parli il che potea fare ed in Verona ed in Sarmione ancora, poichè vediamo nell'antico Itinerario che questa penisola era la mansione di chi viaggiava ed il riposo tra Verona e Brescia,

Parlando di Catullo non vogliamo omettere che egli su grande ammiratore di Cicerone, e che gl rendette grazie per averlo probabilmente patroci

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nato in una causa , poichè lo loda di essere un ayvocato a tutti superiore. Sembra al contrario che si disgustasse di Cesare, poichè scrisse e pub

blicò pungentissimi versi contro di lui; ma tanta in

era e la celebrità del poeta , e la grandezza del

l'eroe , che questi ricevuta soddisfazione da lui , o ad uffizio di scusa si riconciliò tosto, e lo stesso giorno lo invitò a cena.

Scarse sono le notizie che abbiamo di Albio Tiballo , che fu cavaliere romano ma povero , o d

piuttosto nato e vissuto fra le ricchezze, poscia

o per sua o per altrui colpa ridotto alla povertà. EH

Visse ai tempi di Augusto e di Mecenate, splenEl didi protettori dei poeti , senza che mai li abbia

e senza che ne abbia ricevuto alcun favore. Il suo grande amico ed eroe su Marco VaIl lerio Messala Corvino, a cui spesso fu compagno

delle spedizioni militari. Alcuni sostengono che il

panegirico di Messala, e tutte le elegie del quarļ to Libro di Tibullo non sieno altrimenti di questo OC O poeta , perchè non sono eguali in merito alle al

ire, per le quali Quintiliano sfidava nell'elegia 0 i Greci, di cui gli sembrava che terso ed elegan2 te scrittore fosse singolarmente Tibullo (1). E in C vero ( soggiunge il Tiraboschi) la dolcezza, l'ele

ganza, l'armonia , l'affetto é tutti gli altri ornamenti della elegiaca poesia risplendono in lui

maravigliosamente. Sempre facile e chiaro, sempre di tenero e passionato , sempre colto ed elegante e dipinge al naturale i sentimenti e gli affetti , nè ? coll'abuso dell'ingegno non li altera mai, nè con

la incolta espressione non li abbassa , degno veramente di esser proposto ad esemplare in tal ge. pere di poesia, ove non l'ha egli pure , come il

più degli antichi poeti, benchè meno arditamente I

degli altri, di sozze immagini imbrattata. L'abate

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(1) Inst. Orat., lib. X, cap. 1.

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